Con una vistosa inversione di senso e significato, Machina Ex Devs è il titolo del nuovo album di Ab Origine. Ab Origine ha prodotto sei album e suonato sui palchi di alcuni dei più importanti festival di world music di Italia ed Europa e Israele. “Musica di confine” ed etnica con accezione contemporanea, influenze rock con strumenti quali: didjeridoo, sax, chitarre etniche ed elettriche, canto armonico, pianoforte, flauti shakuhachi e tanto altro ancora. Machina ex Devs è composto da undici brani principalmente strumentali ed è uscito per la label RadiciMusic Records, all’interno dell’apposita collana dedicata alla musica etnica contemporanea Labyrinth Musik.

Attualmente la formazione in band si avvale della partecipazione stabile di Riccardo Frisari alla batteria e Gabriele Gubbelini all’elettronica. In solo lo spettacolo è proposto da Gianni Placido con l’ausilio di looper e altra strumentazione live.

Abbiamo creato MeD nel pieno di questo oscuro periodo storico, con l’intento di condividere  luce e  bellezza e quello di rimembrare nuovamente che ogni meccanica (dis)umana deve le sue azioni a leggi universali rimesse ad un mistero più grande di sé stesse.  Questo nuovo lavoro celebra tale riscoperta attraverso cori, voci, suoni e strumenti ancestrali e di tradizione, seppure slegati da un contesto etnico ma usati con accezione contemporanea e trasversale, come nello stile che caratterizza Ab Origine sin dagli esordi.

Sentiamo che Machina ex Devs sia un lavoro che torna all’essenza del suono e del nostro approccio alla musica etnica contemporanea. Abbiamo lavorato maniacalmente sulla qualità sonora degli strumenti etnici, quasi tutti suonati dal vivo con poco ausilio di elettronica e siamo ampiamente soddisfatti del risultato. Nonostante l’apparente semplicità degli arrangiamenti è stato un lavoro molto complesso e delicato, soprattutto come sound design

Ab Origine traccia per traccia

Movimenti gutturali e profondi quelli che aprono Continuum, la prima traccia del disco, comunque inframezzata da piccoli suoni cristallini ad alleggerire l’aria.

Fiati e sentimenti tribali caratterizzano Digital Ancestors, movimentata da un ritmo quasi scomposto, comunque ricco di tensione.

Dagli antenati alla modernità, sempre rimanendo primitivi: Modern Primitives raccoglie un canto e lo colloca interno a un movimento ritmico in loop. Voci lontane e inquiete si avvertono alle spalle del movimento ritmico intenso di The Way of the Mastodont.

A proposito di inquietudine, ecco l’incipit di Failed of Algorithm a smuovere le acque in modo molto cupo e ambiguo. L’handpan prende possesso di The Pathfinder, in un contesto agevolato dal didjeridoo, con il suo modo di suonare dolce ma anche vibrante.

Ancora fiati in Humani Nihili, piuttosto minimalista ma decisamente ricca di atmosfere oscure. La title track Machina Ex Devs si rivela come una sorta di filastrocca oscura, ipnotica e circolare.

Molto “vocale”, sebbene in modo piuttosto peculiare, ecco poi Transmigration, che comprende anche qualche brano cantato, anche se in modo abbastanza icastico. Si chiude con la chitarra acustica di Through the Bardo, malinconica e lirica il giusto.

Sentimenti ancestrali concentrati riempiono le tracce del disco degli Ab Origine, che filtrano un succo di sonorità profonde e inquiete, per un lavoro molto organico e vibrante.

Genere musicale: world music

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