Si intitola Oltre il nuovo album firmato dal trio milanese Abissi. Abissi nasce sul finire del 2018 dalle menti di tre musicisti milanesi, attivi da parecchio tempo nell’underground: Francesco Menghi (già voce e chitarra nei Veracrash), Luca Ibba (già batterista di OdE) e Agostino Marino (voce e chitarra nei Little Pig). A novembre 2020 esce Interzona, primo singolo della band: una sintesi del loro stile in due minuti e mezzo di stoner rock acido e melodico. Poco meno di due anni dopo vede la luce il primo disco della band, intitolato appunto Oltre.
Oltre è un compendio di quello che la band intende per rock. Un disco diretto, ambizioso e primitivo allo stesso tempo, che prende a piene mani da stoner, punk, psichedelia e noise, mostrando sempre una certa attenzione alla forma canzone. Milano, città natale del gruppo, con i suoi panorami post moderni e la sua atmosfera alienante, è lo sfondo e l’ ispirazione di queste 7 tracce, scure e martellanti. I testi parlano per immagini e visioni, delineando quadretti surreali e a tratti inquietanti. L’uscita di “Oltre” è prevista per il 25 Settembre, seguirà un tour mirato e chirurgico in giro per la penisola.
Abissi traccia per traccia
E’ Bilocazione ad aprire il disco, subito contrassegnata da una potenza notevole, sprigionata dalle chitarre in particolare, con un cantato corale che fa da contrappunto. Si passa quasi senza pause a raccontare i Demoni, con un passo cadenzato e con un drumming particolarmente scatenato.
Non meno pesante a livello di suoni, ma con una certa fluidità sinuosa, ecco poi Unica realtà. Le vestigia del post grunge emergono piuttosto roventi da Mago di Ox, forte di un lavoro intenso della sezione ritmica, in contrasto con le voci, quasi falsetto e sostanzialmente parodistiche, ma in senso inquietante.
Piuttosto altisonante l’introduzione di Spazzati via, che ha qualcosa di romantico e malinconico, finendo per tracimare fuori dai generi di competenza (in soldoni: viene in mente una cavalcata elettrica tipo Cure o giù di lì, almeno per una parte del brano). Il cantato arriva soltanto a metà canzone e segue il flusso delle chitarre che, appunto, spazzano via.
Si torna a modi molto più aggressivi per venerare il Grunge Buddha, che ha vocalità piuttosto estreme e suoni molto appuntiti e oscuri. Messaggi non particolarmente ottimistica quella di Interzona, che gode di suoni altrettanto oscuri, ma con un’elettricità più evidente e rumorosa.
Ispirazioni antiche, ma adattate in modo plastico, quelle che finiscono nel disco degli Abissi. Il trio personalizza suoni e cantato per ottenere un album che funziona molto bene da svariati punti di vista.