Accordi Disaccordi, “Accordi Disaccordi”: la recensione

accordi disaccordi

accordi disaccordiAccordi Disaccordi è un trio italiano composto da due chitarristi e un contrabbassista molto attivo nel panorama swing nazionale e internazionale. Il genere della band si orienta su un repertorio gipsy jazz, riproponendo in chiave moderna i classici della migliore musica jazz e manouche degli anni ’30.

Nati nel 2012, in soli cinque anni hanno suonato in più di 400 concerti, compresa la partecipazione a cinque differenti edizioni (estiva e invernale) dal 2015 al 2017 dell’Umbria Jazz Festival (con più di 40 differenti concerti nelle diverse location del Festival), a cinque diverse edizioni del Torino Jazz Festival, alle edizioni 2015 e 2016 del Festival Django Reinhardt di Samois-sur-Seine, al Pennabilli Django Festival 2015, al Bentivoglio Manouche Festival 2016 di Bologna e al Festival Jazz di Mosca nel 2014 e 2015.

Accordi Disaccordi è anche il titolo del nuovo album del trio torinese, quarto lavoro discografico a presentare la propria ‘versione’ originale del sound che da sempre li contraddistingue, attraverso quattordici tracce originali, alcune delle quali già molto apprezzate dal pubblico conquistato in cinque anni di attività dal vivo.

Accordi Disaccordi traccia per traccia

Si parte da Firefly, pezzo piuttosto “volante” e animato, che traduce con baldanza in atto gli istinti gypsy del trio. Con Beauty la velocità si alza e fanno il proprio ingresso tematiche spagnoleggianti e tambureggianti. Più morbida e ancheggiante Lazy Wave, che subisce fascinazioni blues e jazzate aiutate dal clarinetto di Giacomo Smith.

Whisky Valley porta con sé un’atmosfera ricca di pathos, con le chitarre che si rimettono al centro della scena e intessono trame molto fitte. Pietrasanta ha un passo lento ma piuttosto cadenzato, e mette in evidenza passaggi piuttosto sofferti. In Mafia Car torna il clarinetto di Smith e anche una certa atmosfera da jazz club.

Si prosegue con una particolarmente viva Blast, che si perde in alcuni rivoli virtuosistici. Passo d’ingresso riservato al contrabbasso ne I caffè di Oliva, composizione di sapore tradizionale e anche antico, con l’intervento del violoncello di Oscar Doglio Sanchez. Ecco poi Spaghetti Killer, con un altro intervento di Smith e altri recuperi vintage, in un’atmosfera per lo più divertita.

Il decimo brano del disco si intitola, in modo appropriato, 10 e propone una tessitura molto ricca. Ci si calma un po’ con Stay, in cui fa il proprio ingresso qualche traccia di malinconia, forse per la prima volta nell’album. Break-fast riprende la corsa e accelerando in modo serrato. Ecco poi El Duende, discorso tranquillo e ritmato, che lascia infine spazio a Signor Noce, chiusa dell’album che vede ancora l’intervento di Smith e Sanchez, per un pezzo molto pacifico ma contrassegnato da piccoli crescendo.

Il disco mette in evidenza le qualità strumentistiche degli Accordi Disaccordi, che raggiungono livelli molto alti di abilità esecutiva.

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