Esce l’album di debutto omonimo di Anna e L’Appartamento (fuori per pequod). Un disco che svela, racchiude e racconta le persone e i sentimenti quotidiani della cantautrice: un’autobiografia pop dedicata a tutti i sognatori e ultimi romantici racchiusi nei propri appartamenti. Un disco che Anna descrive così: una versione in paillettes e synth della vita di tutti i giorni. Da vero disco pop, da cantare sotto la doccia.
Anna e l’Appartamento traccia per traccia
Si parte pop con L’ultima canzone dell’anno, una non celebrazione che parla del fatto che qui non succede niente e dà modo alla voce di svariare verso l’alto, in un pezzo che progressivamente si indurisce.
Più leggera e malinconica l’aria di una pensierosa Edera, con il pianoforte a fare da accompagnamento sommesso. Un tentativo di discolpa e un racconto di sé che prende forme articolate.
Si parla di centrifughe e di mattoni nell’intro di Fa freddo fuori, anche se al centro della canzone ci sono i cuori spaccati, oltre a una ritmica che cresce in modo molto dinamico e quasi violento.
Abbastanza battagliera fin da principio Non voglio i fiori, che ha chiaramente un groove molto black e ben sviluppato. Anche qui alcune prodezze vocali catturano l’attenzione, in un brano scintillante, un po’ Florence, un po’ Rappresentante di Lista, che balla e racconta.
A metà disco ecco Film Noir, che elenca alcune inadeguatezze su giochi ritmici evoluti e sensazioni di synth-malinconia. Intensa e struggente ecco Anna, la prima vera canzone profondamente triste del disco.
I problemi del mercato del lavoro di oggi, e qualche vaffanculo, animano una piuttosto pugnace Provvisoria, particolarmente aderente alla realtà contemporanea e ricca di personalità.
Cinematografico parte da un beat serrato, che presto si trasforma in un ritmo irregolare e molto muscolare: un obiettivo cinematografico puntato addosso alla propria vita racconta e di nuovo lascia spazio a una voce particolarmente versatile.
Traslochi e tristezze entrano all’interno de Le favole della buonanotte, una narrazione e un congedo: “ti auguro di essere felice fino a dimenticarti di me”.
Se ascoltato distrattamente, il disco omonimo di Anna e l’Appartamento potrebbe sembrare un disco pop (soprattutto synth pop) come altri. Ma prestando un po’ di attenzione in più si leggono testi intelligenti, strutture musicali costruite con attenzione e una qualità generale e diffusa in tutte le tracce. Un ottimo debutto a tutto tondo.
Genere musicale: synth pop, cantautrice
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