Dieci anni sono trascorsi dalla pubblicazione de Il Testamento, il primo album solista di Appino: visceralmente necessario, esagerato nei suoni, nelle vibrazioni, nella potenza evocativa delle parole e dei silenzi.
Che il lupo cattivo vegli su di te è stata definita dallo stesso autore una ninna nanna al contrario, e fin dal primo ascolto non è difficile intuire il perché.
Celebrato l’anniversario con una riedizione e, si spera, con qualche altra sorpresa, torniamo con una delle nostre rubriche più amate per celebrare Andrea che fu, e Andrea che verrà.
Ti mettono a letto perché è arrivata l’ora di dormire. Non lo decidi tu, così come non sceglierai a che ora ti potrai alzare domattina: che sia per andare a scuola, al lavoro o per godere delle tue ore di libertà, ci sarà sempre qualcosa, qualcuno a cui rendere conto.
Dormi piccolino è luna piena già
strilla la sirena e l’aeroplano va
dorme per sempre l’agnello di dio
e quando suona la campana la messa inizierà
Eppure tu volevi dormire… o restare sveglio. Non importa, volevi in qualche modo avere il controllo, sapere che le tue scelte avrebbero determinato il tuo destino e che non ci fosse solo qualcosa di preordinato e preconfezionato per te, mentre cerchi di fuggire tra maldicenze e povertà di spirito.
…Sveglia tutta la città, qui non si riposa mai
la gente sparla, s’indigna e singhiozza
la gente infama, tradisce e poi ride
in gran tranquillità
Ti sei messo a letto, alla fine. Hai assecondato il volere di chi decide per te, pur sapendo che non è questo il modo in cui volevi vivere. Non hai le passioni dei tuoi amici, non hai gli stessi interessi e gli stessi ideali, non ti muove il sangue quello che piace tanto agli altri, fino al punto di sentire di appartenere a un’altra natura, un altro posto.
Dormi bel bambino che l’ora è tarda già
nascondi in fondo al cuore la tua diversità
che il lupo cattivo vegli su di te
insieme a tutti gli animali che son tali e quali a te
Il peggio accade quando scopri che, a letto, non hanno messo solo te. Non era un sogno. Hanno addormentato le coscienze, hanno dato carrelli da riempire a chi aveva anime vuote, piccole soddisfazioni tangibili per enormi appetiti, troppo grandi per poter essere sfamati dalle risposte di un mondo votato alla compensazione: non hai quello che volevi, ma puoi sempre comprare qualcosa per fingere che non ti manchi.
Nella periferia
si svegliano i plebei
che un tempo erano forti e curiosi come noi
invece adesso son figli soltanto della pubblicità