#soloamore è il leitmotiv della nuova edizione di Balena Festival, la prima in pompa magna dopo l’esordio e le restrizioni del 2020 legate alla pandemia. Un calendario fittissimo, che dal 16 al 24 luglio accompagnerà la calda, caldissima estate genovese. Calda e ricca di appuntamenti con la musica live, che quest’anno sembra non riuscire ad averne mai abbastanza di riunire, far abbracciare, far cantare tutti insieme.
Si parte con il botto: nella prima serata, andata in scena all’Arena del Mare di Genova, si sono esibiti Nuvolari, Tommi Scerd, gli Eugenio in Via Di Gioia, Barbato e Franco126. Due palchi, per musica non stop anche durante i tecnici vuoti di cambio scenografia e strumenti, oltre a stand per bere, mangiare e lallero tutti insieme.
È tempo di vecchie conoscenze in quel di Genova. Nuvolari torna su quello che dice essere il suo palco preferito, avendo il mare alle spalle e il porto pronto ad accogliere le sue note: lo studente della vita fuori corso accarezza e culla un pubblico ancora accaldato dal sole del giorno con il nuovo singolo Farabutto, che fa intonare al pubblico che scherzosamente regge il gioco, passando per Blu, Arizona, Fuori Corso e i brani estratti dal suo album Lentamente che spegne proprio quest’anno la sua prima candelina.
Spiace abbandonare il palco principale, ma subito ci si sposta al palco B, su cui Tommi Scerd è pronto a farsi conoscere. Local hero della serata, era rimasto impresso fin dal suo secret concert al Sofar Sound Genova per la sua Pizza Boy, per la sua simpatia gentile e l’espressione genuina e stralunata. L’artista ha proposto una carrellata di brani, tra cui il solo disponibile sulle piattaforme digitali Il mago di Oz, passando dalla chitarra al digitale. Ringraziamenti sinceri, confusione e felicità, per un ragazzo che sicuramente tornerà sulle nostre pagine.
Giusto il tempo di una birra al volo e si torna a guardare il mare. Sul palco principale salgono gli Eugenio in Via Di Gioia, a portare il loro Amore e Rivoluzione nei cuori dei giovani illuminati genovesi. In forma smagliante come i loro sorrisi, sul palco con trombettisti e percussionisti aggiuntivi al quartetto delle meraviglie, partono col botto con la loro Quarta rivoluzione industriale, vista per la prima volta live dall’uscita dell’album. Se sei felice tu lo sai guardati intorno raccomanda il testo, e in effetti questo momento assomiglia per molti dei presenti alla felicità. E poi Libero, Non è tempo di fermarsi, La punta dell’iceberg.
Tra il pubblico svetta il piccolo Leonardo, 8 anni, sulle spalle per assistere al concerto da qualche fila indietro, che può essere Da Vinci o Di Caprio secondo Eugenio, a seconda di quel che preferisce tra costruire cose meravigliose o affondare sul Titanic. I momenti di coinvolgimento non mancano, così come non può mancare il Cubo di Rubik sul palco. Anche questa volta Eugenio ha risolto il puzzle cantando e suonando Prima di tutto ho inventato me stesso, a dimostrazione che l’uomo multitasking esiste e scrive pure delle canzoni. Da tenere a mente. Nel mentre, un ragazzo del pubblico ha a sua volta risolto un cubo, portato apposta per sfidare il cantante della band in diretta.
Il tempo passa veloce quando ci si diverte, si sa, ed ecco che scorrono Nuvola, Giovani Illuminati, Plot Twist, Giornalaio, Umano. Un crescendo di entusiasmo e di voglia di divertire e far divertire. Il gran finale arriva con Altrove, Eurovision in Turin e il singolone Terra, consacrazione del gruppo torinese che passo dopo passo sta costruendo uno dei percorsi più interessanti della scena. Inutile dire che molti dei presenti attendevano proprio questa data per celebrare i loro artisti, che non hanno perso occasione per interagire con i fan, al merchandising prima e al Dj Set di Ceri Wax che ha concluso la serata con la cassa dritta e il cuore pieno.
Si torna però al palco B per ascoltare Barbato, cantautore napoletano dell’etichetta indipendente genovese Pioggia Rossa Dischi: Lividi, XXX Agosto e Domenica sono i titoli dei singoli disponibili su Spotify e che l’artista ha presentato al pubblico presente. Accompagnato sul palco da tre musicisti di tutto rispetto, con cui ha diviso la scena tanto da sembrare una band, Barbato è una piacevole scoperta da tenere a mente.
Arriva Franchino
Altro ritorno in terra zeneize per Franco126. Una scenografia che riporta nella sala di un vecchio cinema, con le poltrone rosso scuro e l’insegna luminosa con le lettere un po’ storte, che cambiano a seconda della pellicola protagonista. Il pubblico delle prime file è cambiato, ma non troppo: molti hanno abbandonato per andare a cercare beni di prima necessità con 30 gradi e un’umidità spaventosa, ma la maggior parte è rimasta fedele alla transenna, sintomo di una buona scelta di abbinamento degli organizzatori per questa prima serata.
Una scaletta che ha messo insieme i brani estratti da Multisala e Stanza Singola, i singoloni in collaborazione con altri artisti della scena e i successi più amati dei tempi in cui era Sempre in 2 con Carl Brave.
Sembra incredibile, perché Franchino vive nei nostri cuori fin dai primi ah-ah, ma dopo la carica degli Eugenio sembra quasi un tornare indietro: senza nulla togliere alla sua performance, forse ancor più convincente di qualche anno fa sempre su questi schermi, la mestizia di molti brani sembra farla da padrona. E mestizia non è un termine scelto a caso: proprio Franco126 lo utilizza per descrivere alcuni dei suoi pezzi, maledetti e sofferti. Nulla impedisce di cantare a squarciagola Nessun Perché, Fa lo stesso, San Siro, Miopia, passando per Sempre in 2 e tornando a Scandalo e a Chicchi di Riso, orfana di Frah Quintale.
Un po’ di show con i musicisti che provano a ribellarsi e a suonare brani del passato, ma di altri artisti del calibro dei Queen e degli Oasis, serve a stemperare il clima. Si riprende con Senza di me e si arriva a Che senso ha, vero momento delirio dei fan, che presi bene hanno continuato a ballare con Accidenti a te e Noccioline, che sempre sia lodata nei nostri cuori indie. Brioschi arriva a dare la buonanotte, effervescente e necessaria dopo una giornata così calda, dopo emozioni così forti.






















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