Quasi vent’anni fa i Baustelle pubblicavano il disco d’esordio, Sussidiario illustrato della giovinezza (2000). Nel disco trova posto Gomma, canzone nella quale è già possibile scorgere tutto lo stile di Bianconi e compagni, e che ha avuto l’onore di essere ripubblicata nel 2010 come singolo estratto da Cofanetto illustrato della giovinezza, riedit del primo, ormai introvabile, album.
Era settembre, e ogni volta che l’estate finisce niente è come sembra. Perché lo so che sembravo sicura, con le sigarette a coprirmi di fumo e quella sete mai placata. Invece non avere molto da vivere sembrava la sola consolazione.
Settembre spesso ad aspettarti
e giorni scarni tutti uguali
fumavo venti sigarette
e groppi in gola e secca sete di te
tue cartoline-condoglianze
“hello bastardo ci vediamo”
l’adolescenza che spedivi
sulle mie tenebre incestuose-osé
ed il futuro stava fuori
dalla new wave da liceale
così speravo di ammalarmi
o perlomeno che si infettassero i bar
Era novembre. La voglia continuava a non placarsi, nemmeno cercando distrazione tra vertigini sintetiche e patinate, potenzialmente consolatorie, evidentemente inutili.
Novembre mio facevi freddo
la fronte frigo il polso a zero
sporcare specchi era narcosi
“potrei scambiare i miei ‘Le Ore’ con te?”
Tremavo un po’ di doglie blu
e di esistenza inutile
vibravo di vertigine
di lecca-lecca e zuccheri
Era agosto. Il freddo aveva smesso di essere reale, passava solamente dal cuore, come residui di una primavera che aveva tardato troppo ad arrivare.
Vespe d’agosto in caldo sciame
per provinciali bagni al fiume
mi pettinavo un po’ all’indietro
superficiali ricreative pietà
Sabato sera dentro un buco
e disco-gomma-americana
leccavo caramelle amare
e primavere già sfiorite con te
Non sapevi passare, come le mode che vedi addosso a tutti e su di te fanno schifo, ma non riesci a fare a meno di indossare. E addosso avrei voluto averti, tra le vertigini.
E già ti odiavo dal profondo
avevo piombo da sparare
se stereofonico posavo
d’imbarazzante giovinezza lamé
E fantascienza ed erezioni
che mi sfioravano le dita
tasche sfondate e pugni chiusi
“avrei bisogno di scopare con te”
Chiara Orsetti