Si intitola nou, cioè “nuovo” in lingua sarda, il nuovo progetto di Bluem: un album di ricerca che esplora le geografie dell’elettronica, sperimentando con i suoni di oggi ma pregno delle influenze del passato e dei rimandi alla sua Sardegna, che da sempre è sua grande fonte di ispirazione.
Bluem torna con un lavoro nato tra il Regno Unito e la Sardegna, che si muove in uno spazio senza tempo e dalla natura selvaggia, più vicino al mondo onirico che a quello reale. Nel disco Bluem incontra figure femminili antiche, tragiche e fiabesche: da Creusa di Corinto, personaggio della mitologia greca, alle leggendarie Janas sarde e Sula, personaggio del libro di Sergio Atzeni Passavamo sulla terra leggeri e rievocazione romanzata della storia della Sardegna. Ma anche altre reali, come la conterranea violinista e compositrice Adele Madau, raccontando anche esperienze vissute e stati d’animo travagliati, fonti d’ispirazione e di ricerca personale.
Bluem traccia per traccia
Un inizio etereo e un po’ acquatico, quello del disco, grazie a Creusa, che dopo aver fluttuato un po’ introduce un beat regolare e marcato.
Arriva il cantato, con dosi ponderate di autotune, con angel, che mescola italiano e inglese per ottenere effetti electropop con effetti che variano tra world music e pop internazionale.
Si passa quasi senza sforzo a dear, che usa formule tutto sommato simili per un fluire di suoni ogni tanto deragliato da glitch, dissonanze, piccole frizioni.
Scelte estreme e feste di paese per moonlight, che include il featuring di Yasmina e che balla con una certa disinvoltura ma che adotta colori scuri. Balla anche Adele, ma su ritmi più serrati, mescolando suoni che evocano la Sardegna e dinamiche più contemporanee, con un sapore evocativo e arcano.
Storie di piccola rabbia quelle raccontate in modo più ovattato da AM, che però fa scivolare la voce in modo rapido sulle note. Si procede poi con gold, che si avventura in maniera più sperimentale nei giochi di elettronica, ai quali partecipa anche Milo Merah. La title track nou è sostanzialmente un intermezzo di poco più di un minuto, scomposto e pieno di morbidezze sghembe.
Piano song non porta esattamente una ballata sui tasti bianchi e neri (comunque presenti nel finale del brano), ma conserva un mood soft e malinconico, benché movimentato. Si chiude con Sula, che riaccende l’autotune e regala le ultime note di dolcezza.
Un progetto coerente, ben costruito e innovativo, benché senza rinunciare alla leggerezza: Bluem pubblica un disco di istinti pop, con forme sintetiche ma ricco di sensibilità.