Altra infornata di dischi in breve? Ok, facciamo così. TRAKS ti segnala cinque dischi, usciti da qualche tempo, oppure molto brevi, oppure. E qualcuno te lo fa anche ascoltare, figurati un po’.

The Circle, “How to Control the Clouds”

the circleHow to Control the Clouds è l’ultimo album dei The Circle, uscito il 25 Ottobre per Prismopaco Records, e anticipato dal singolo Shadows. Nove brani, per una durata di poco meno di mezz’ora, nati dalla penna di Federico Norcia, voce del gruppo, e dal sound di Marco Marzolla, Lorenzo Bevacqua e Giuseppe Gamarra. Il disco è assolutamente, completamente pop. Un pop raffinato, che non ha nulla da invidiare ai colleghi internazionali, di cui si sente l’influenza, senza però trovare una band precisa di riferimento. Nel disco si alternano ballate come To Fall a pezzi dal piglio più acceso, come Fire e la stessa Shadows. Il brano più convincente è senza dubbio Irene, cantata con un filo di voce e tanta emozione. How to Control the Clouds non potrà che entusiasmare il pubblico che aveva già apprezzato il loro primo album, e darà soddisfazioni nuove anche a chi dei The Circle non aveva ancora sentito parlare.

Chiara Orsetti

Holograph, “Holograph ep”

holographDario Marturano, in arte Holograph, ha pubblicato un ep da cinque brani omonimo, in cui la ricerca in campo elettronico incontra alcuni concetti pop e dance. La prima traccia, Dream, offre linee plastiche e comincia a sottolineare l’utilizzo della voce (femminile) come se fosse uno strumento aggiuntivo. Con Emptiness si incontra la voce maschile e una ritmica più ossessiva e scomposta. If you really want me salta lo steccato, rinuncia allo strumentale semi-integrale e si costruisce come una canzone synth pop con cantato “regolare”. Si torna a modi più dance con Inside me, mentre la chiusura è affidata a una morbida Pyrite. Ep interessante e con qualche buona possibilità di sviluppo futuro.
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Aftersalsa, “Chances”

aftersalsaCon un’etica DIY e un’ammessa passione per i sintetizzatori e gli anni 80 (ma messa così sembra una riedizione dei Righeira, e invece non c’entrano niente) gli Aftersalsa pubblicano Chances, un ep da quattro canzoni con influenze synth pop e dark wave. Tracce come White Collar suggeriscono percorsi morbidi tra sensazioni elettroniche, con grandi influenze del synth pop ma anche di idee più contemporanee. Più appuntita la title track Chances, che preme su qualche sensazione new wave e su qualche oscurità. Qualche spigolo anche in Haldol, ma senza incidere sulla fluidità del pezzo. L’ep si chiude con la soffice I Wanna e lascia su atmosfere particolarmente ovattate, a testimonianza di un progetto morbido ma non sprovvisto di energia, con buone tracce di originalità e calore.

Umberto Ti., “Cielo Incerto”

umberto tiNew Model Label ha pubblicato Cielo incerto, esordio di Umberto Ti. Umberto Tramonte, cantautore padovano che arriva al debutto con cinque brani, che miscelano canzone d’autore italiana con sonorità più contemporanee, con la produzione artistica di Giuliano Dottori. Canzoni come la title track Cielo incerto mettono in evidenza una certa sensibilità pop unita a una scrittura morbida, con qualche attitudine per il loop. Qualche indizio di sensualità e storie da narratore con Non mi ricordo più il tuo nome. La narrazione si fa tossica e serrata con Alibi, prima di chiudere in dolcezza con AngeliFantasmi. Qualche cosa da sistemare, ma l’ep è promettente.

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Shandon, “Brandelli d’Italia vol. 1”

shandonGli Shandon aprono il libro dei ricordi e trovano alcune canzoni degli anni Novanta dell’alternative italiano: la band decide di reinterpretarle a proprio modo e di offrire uno spaccato generazionale che prende il nome di Brandelli d’Italia Vol.1. Si parte con lo ska di Flash dei Search, accompagnata da ricca sezione di fiati. Ambiente compatibile ma più acido quello della celebre Casino Royale, canzone di lancio dell’omonima band, che poi avrebbe preso strade differenti. Decisamente sorprendente la cover di Uomini, dei Ritmo Tribale, resa in forma reggae e quasi del tutto devitalizzata. Al contrario viaggia veloce A Great Big World, punk di stampo West Coast dei Senzabenza. Eptadone è il giusto omaggio, fortemente energico, agli Skiantos, un po’ più anziani degli altri gruppi in scaletta ma sempre buon rifertimento. Chiusura affidata a un’epica Questi anni dei Kina. Una buona prova ma anche un giusto tributo degli Shandon alla propria generazione e a un pugno di band forse oggi non ricordate come meriterebbero.

 

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