Come ormai abitudine, TRAKS ti propone cinque dischi recensiti in breve, per evitare che ti sfuggano.
Hawaii Zombies, “Hawaii Zombies ep”
Hawaii Zombies è l’ep omonimo di debutto della band milanese, in uscita il 24 novembre per Uma Records. Il gruppo, dopo la pubblicazione dei primi due singoli Dark Side of The Nerd Moon e Zebrahead, presenta il primo ep in cui un sound attinto dai sotterranei del brit pop si fonde a un approccio dalle tinte lo-fi, proponendo un genere che loro stessi definiscono bubblegum punk. Si parte proprio da Dark side of nerd moon, ironico titolo quasi pinkfloydiano per un pezzo espressamente ispirato al punk californiano. Ci sono i Ramones invece dentro a Zebrahead (la pronuncia del titolo fa addirittura pensare a “Sheena is…”), con un mood molto sciolto. Più tranquilla e quasi meditativa You writer you. Si torna a correre, anche se non a ritmi folli, con Looseness. La seguente Marionette declina fin verso ritmi da ballad, mostrando anche qualche propensione melodica della band. Anche Blue is turning gray non è velocissima, rivelando qualche connessione anche con l’indie rock anni ’90 di marca Hüsker Dü. Un ep piuttosto fresco e divertente, quello degli Hawaii Zombies, che funziona bene e corre via in fretta lasciando buone sensazioni.
Mr Everett, “Uman”
Li abbiamo intervistati pochi giorni fa (qui) ed ecco qui i Mr Everett, quattro ragazzi con base a Bologna uniti dal desiderio di portare la perfomance nell’electropop, senza disdegnare incursioni nell’EDM da club. Uman è il loro primo ep, in uscita il 24 novembre per l’etichetta Collettivo HMCF. Si parte da un Japanese Safari, che a dispetto del titolo e dell’introduzione con risonanze orientali, suona particolarmente vicino a dancefloor contemporanei occidentali. Ritmata e determinata Be You, che si permette qualche ricciolo vocale. Si arriva al giro di boa dell’ep con il mash up tra Crystallized dei The xx e il classicone Wicked Game di Chris Isaak. Qualche profilo drammatico emerge all’interno di Twins, mentre la chiusura è affidata a Rollercoaster, anch’essa portatrice di toni oscuri e con corpose iniezioni soul/r&b. Buon ep, pop e agile, per il quartetto bolognese, che porta in superficie i propri talenti elettronici.
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The Veldt, “Thanks to the Moth and Areanna Rose”
The Veldt, presenza stabile sulla scena shoegaze e alternative soul per oltre 25 anni, pubblicano Thanks to the Moth and Areanna Rose, un nuovo incontro tra antico e moderno condensato in cinque tracce più un paio di alternate mix. Si parte da un’appassionata The Color of Love is Blue, che porta con sé caratteristiche shoegaze senza farsene dominare. Sempre basata su riferimenti cromatici ecco poi la molto più ricca e rumorosa Black and Blue. Si prosegue con una lirica Fit to be tied, cui fa seguito Camus, con colori simili ma volumi più alti e muri sonori che si alzano ovunque. Ecco poi Dakini, fluida ma oscillante, in viaggio a pelo d’acqua e con la capacità di distribuire sensazioni diverse. A seguire ci sono i due bonus I Like the way you talk, con il mix di A.R. Kane, e la stessa Dakini rivista da Carlos Bess e Jason Furlow. Un assaggio più che corposo delle numerose qualità di The Veldt, in grado di offrire uno sguardo diverso e alternativo sullo shoegaze.
Belize, “Replica ep”
Replica è il nuovo EP dei Belize, disponibile su tutte le principali piattaforme streaming per Ghost Records distribuito da Believe Digital. I Belize sono una band di Varese attiva dal 2014, con sonorità influenzate dall’elettronica, dal rap e dal trip hop con suoni e stili contemporanei di derivazione pop. Si parte con la cinematografica ma minimal Pianosequenza, in grado di mettere in evidenza radici cantautorali. Un atteggiamento più vicino all’hip hop quello di Iride, costruita comunque su un background sonoro elaborato. Replica, la title track, strumentale, si disegna morbida ma su un climax a volume crescente. Ecco poi Superman, non troppo supereroistica, anzi tesa a evidenziare il fattore umano, mentre le sonorità scivolano su piani sintetici. Si chiude con Gillette, tagliente in quanto sottile, questa volta su volumi smorzati e con intervento di voce femminile. La band, che si dimostra convinta e intensa all’interno di un ep dalle numerose facce diverse, sarà in concerto questa sera al Circolo Magnolia di Milano.
March Division, “Absence”
Si chiama Absence il nuovo ep dei milanesi March Division, una band invece piuttosto “presente” sulle pagine di TRAKS. Esordio nel 2010, svariati concerti di prestigio e numerose uscite alle spalle, i March Division pubblicano il nuovo lavoro che contiene sette tracce, come sempre in grado di spaziare dal brit pop al synth pop fino ad arrivare alla musica elettronica. Il nuovo disco si apre con un brano apertamente pop, più brit che synth, come Shake me Gently, in grado di fornire subito impatto. Molto più robotica la quasi marziale Pale Noon, su ritmi crescenti e imparentati con il dancefloor. Down by the sea torna a un pop aperto e quasi sfacciato. Alte frequenze e movimenti veloci in campo elettronico quelli che fa registrare Acid Blood, mentre Hate can’t divide us si propone come ballad semplice. Si torna a una certa acidità di fondo, accompagnata da un drumming determinato, in Social Breakdown. Il brano di chiusura è Feelings, quasi nostalgico del synth pop anni 80. Conferma di livello per i March Division, che a ogni uscita si dimostrano sempre più padroni del proprio sound, e di conseguenza del proprio destino.