Vivi per sempre (Maciste Dischi, distribuzione Artist First) è il nuovo disco dei Canova, diventati in breve una delle band simbolo del indie pop all’italiana. Anticipato da un buon numero di singoli, il disco comprende nove canzoni se possibile anche più pop rispetto agli episodi precedenti.
Canova traccia per traccia
Rimbalza piano tra le casse, con un’aura di nostalgia sparsa, Shakespeare, la traccia d’apertura del disco. Pop melodico con qualche nota di pianoforte e immagini un po’ aranciate.
I ritmi decollano con il singolo Domenicamara, uno dei pezzi più animati del disco, con sullo sfondo la classica relazione spezzata (forse solo parzialmente).
Altro singolo, e altra relazione precaria, con Goodbye Goodbye che, la band racconta, è nata dopo una visita a Londra e in particolare ad Abbey Road. Qualcosina di british e di beatleasiano si respira nella ballad che ha un drumming piuttosto evidente.
Ecco poi Ramen, un po’ vaschiana nel cantato, che rimane a metà per quanto riguarda il passo, incollata al dubbio: “Chissà se ti ricordi di me?”
C’è una malinconia dolce che avvolge Per te, uno dei pezzi più gentili del disco. Si procede poi con la molto più viva Ho capito che non eravamo, molto elettrica e frizzante.
Ecco poi Groupie, ulteriore singolo, che tratteggia, in modo invero abbastanza soft, certi incontri che si fanno in tournée. La psicologia del “groupismo” è esplorata dalla band con larghe volute di chitarra e una certa ansia per il futuro.
14 sigarette è tra i pezzi più “antichi” del disco, sempre secondo il racconto della band: è un pezzo dalle ritmiche potenti e con il cantato molto fitto.
Si chiude con un pezzo malinconico e “filosofico” come Vivi per sempre, quasi ieratica nel suo procedere.
I Canova mettono insieme un disco coerente e di successo più che sicuro. Certo forse il precedente Avete ragione tutti aveva regalato qualche guizzo e qualche brivido in più, ma a quanto pare la preoccupazione principale della band era quella di non ripetersi, e in questo senso la missione è compiuta.