Souvenir è il nuovo album dei Cara Calma, in uscita per Phonarchia Dischi/Cloudhead Records. Anticipato dal singolo Rodica e prodotto da Karim Qqru (The Zen Circus), il disco segue il debutto discografico di Sulle Punte Per Sembrare Grandi, dopo nove mesi di date, 9275 km percorsi, un numero sempre crescente di nuovi amici e un tour alle porte promosso da Tube Agency.
I Cara Calma hanno realizzato un’istantanea delle loro esistenze in cui racchiudere le esperienze, gli incontri, le sensazioni provate nel primo anno di vita del progetto. Come farlo? Con la musica, e con le parole che l’accompagnano.
“Questo lavoro è una lettera inviata a noi stessi che tra cinque, dieci, vent’anni anni rappresenterà per noi un souvenir a tutti gli effetti, un ricordo a cui potersi aggrappare, una fotografia che ci ricordi com’eravamo e com’era per noi.” (Cara Calma)
Cara Calma traccia per traccia
Aggressiva la partenza: è proprio il singolo Rodica ad aprire le danze con molta energia e molte chitarre.
Sembra partire un po’ più moderata Sono io o sei tu? ma si tratta solo del tempo per avviare il motore: la canzone si fa intensa e rumorosa, elettrica e urlata, senza sconti.
Anche In tutti i dettagli ha una partenza e qualche momento tutto sommato tranquillo. Ma la necessità di un’esplosione è insita nella band e nel brano, con momenti che fanno pensare al post punk e al post grunge.
C’è tempo anche per la calma: ecco Universo, con Luca Romagnoli del Management, che decide di prendere una china piuttosto intima e malinconica, esaltata dal duetto vocale.
Com’era per noi riannoda i fili e si concede un po’ di meditazione elettrica, annodata sulle corde della chitarra, con consueta salita di tono nella seconda parte.
All’interno di Otto ore arriva anche la collaborazione con Ivo Bucci dei Voina, band che ha molto in comune con i Cara Calma. Il brano è furibondo fin dalle prime battute e fiammeggia di chitarre.
Si procede poi con Il mio rifugio: “Dicono che devi ballare/dicono che devi sbagliare” sostiene il brano, sorreggendo le direttive con sonorità sempre più virulente.
Seconde occasioni parla di cieli che non sanno più di niente e di tentativi di fuga, chiedendo la possibilità di andare via.
Si procede più riflessivi con I Mobili, che si muove plastica e cresce piano, tenendo un percorso lineare (e uno “sguardo indifferente”) per tutta la sua durata.
La chiusura è bellica, con Tu sei la guerra, un pezzo di metal schietto e anche un po’ vecchio stile, con impronte elettriche disseminate ovunque.
Disco intenso ed energico quello dei Cara Calma, ma anche popolato di testi significativi e ben scritti, come da tendenza recente anche nel rock alternativo. Il risultato è un album che ti grida in faccia spesso, ma che riesce anche a entrare nelle pieghe più recondite, qui e là.