Tornado è il secondo disco di Charlie Risso, in uscita per la label Incadenza. A quattro anni di distanza dal suo album d’esordio Ruins of Memories, la cantautrice genovese torna allo scoperto con otto brani che spingono più in là la sua poetica indie folk e che la portano a sperimentare con altri suoni e nuove emozioni.
Attiva fra la sua città natale, Milano e Londra, Charlie Risso è un’artista cosmopolita che, dopo aver approcciato la musica completamente da autodidatta, è riuscita a ricamarsi addosso un sound ammaliante e malinconico dove folk, alternative rock e pop si compenetrano senza sforzi e senza inganni.
Charlie Risso traccia per traccia
Andamento altalenante per Dark, già scelta come singolo e apripista del disco, ma anche nota iniziale significativa di quello che sarà il colore del disco.
Chitarra e voce con risonanze profonde, con ispirazioni folk e un percorso morbido ma inquieto a contrassegnare Lord of Misrule.
Ecco poi la title track, Tornado, che cita in modo abbastanza chiaro Like a Hurricane di Neil Young, per poi procedere su strade proprie.
Fa pensare più a sonorità Cranberries invece la tumultuosa It Makes Me Wonder, molto elettrica e piuttosto sotterranea.
Si fluttua su nuvole sonore nel vuoto di Nothing at all, suggestiva e graduale nei movimenti e nelle sensazioni.
Hollow Town riapre le porte di un discorso gentile e sommesso, ma la città descritta sembra ricca di insidie, con qualche istinto che si muove verso il desert rock.
Più contrastata Crossroads, con chitarre taglienti ma anche con il synth che fornisce profondità al discorso. Poi parte un pop-rock a medio tempo con echi new wave.
Si chiude con una molto sfumata We’re Even, basata soprattutto sulla voce.
Un disco interessante, con otto canzoni ben scritte e spesso intense, quello di Charlie Risso. Che convince soprattutto quando adotta soluzioni personali e originali, anche staccandosi un po’ dalle tendenze del rock internazionale.