Colin-Clegg, “The Mirror”: recensione e streaming

colin-clegg

The Mirror è il primo lp in studio del cantautore italo-scozzese (attualmente situato a Ginevra) Colin-Clegg, a un anno di distanza dal debutto discografico solista avvenuto nel 2017 con l’ep dal vivo Summer and The Fall.

Prodotto da Misto, l’amico di sempre nonchè l’altra metà dei The Pottos, già prodotti da Joe Foster (Creation Records), The Mirror è una raccolta di dodici canzoni che immortalano altrettanti episodi della vita di Colin.

Colin-Clegg traccia per traccia

Salzburg apre il disco con archi a distesa e un’aria molto morbida e malinconica. Il viaggio europeo prosegue con la molto intima Moscow Brothel, che evidenzia tutti gli aspetti romantici della scrittura del cantautore.

E’ la chitarra classica che guida il morbido passaggio di White Walls in a Fairy Tale Town. Il brano si muove piano e quasi con cautela, tra ispirazioni folk e tastiere più ispirate.

Days of Endless Possibilities si modella in modalità di crescita sonora e di pathos, con un finale fluido.

Pennate di chitarra marcate aprono Paper Over Cracks, in cui la voce gratta un po’, a sottolineare un pezzo sofferto.

L’arrangiamento di archi prende proporzioni più complete in To Your Light, altro pezzo di cuore sparso sul pentagramma.

Si alza un po’ il target con Conversations About God, un po’ meno intima delle precedenti.

Citazione dal primo disco dei Counting Crows con (My) August and Everything After, descrittiva e soffice.

Apertura evocativa per Early April Day, che poi cambia parzialmente atteggiamento, risalendo piano piano la china fino a un assolo di chitarra elettrica.

Si torna a modalità del tutto acustiche invece con The Dream with the Owl, che ha un cantato doloroso.

Si incrementano le dosi di dramma all’interno di The Mirror, title track che però ha anche momenti di serenità. Il disco chiude le porte con The Winter Boy, tra folk e pop.

Un disco pieno e ricco, pur se con un umore non sempre proprio solare, quello d’esordio di Colin-Clegg. Il cantautore mette a frutto le proprie influenze per confezionare un album molto vivo e pieno di spunti.

Genere: songwriter, folk

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