Comfy Pigs: un forte senso di amicizia

No One Cares è il nuovo album dei Comfy Pigs, formazione alternative rock relativamente recente che con l’ultimo lavoro hanno impresso una spinta vigorosa alla propria carriera. Li abbiamo intervistati.

Come vi siete incontrati e cosa vi ha spinto a formare i Comfy Pigs?

I Comfy Pigs nascono all’inizio del 2019 da un’esigenza comune di tornare a fare musica di una certa importanza dopo anni in cui ognuno di noi si era dedicato ad altro. Quello che ci ha spinto a investire in un progetto come questo, e ci guida a continuare a suonare insieme, nonostante le vite personali piuttosto complesse tipiche delle persone più che adulte, è un forte senso di amicizia che ci lega. Le nostre prove sono sempre un grande momento di risate, prese in giro reciproche e tanto tanto sudore e rock’n’roll. Le idee sono anche il frutto di questa bellissima interazione tra di noi.

Come descrivereste il vostro stile musicale e quali sono le principali influenze che si riflettono nella vostra musica?

Essendo poco inclini alle etichette, ci siamo sempre concentrati nel suonare quello che ci piace di più, facendolo amalgamare nel miglior modo possibile. Se volessimo darci una collocazione di genere, potremmo definirci “post-sonic-wave” (inteso come un connubio tra il post-punk, la new wave e il suono dissonante della gioventù sonica). La sterzata verso sonorità più pop, per quanto in senso lato, è avvenuta grazie all’inserimento della voce di Francesco Cavone, ultimo arrivato, il quale è riuscito a creare soluzioni vocali molto orecchiabili, su strutture che spesso di orecchiabile avevano davvero poco.

Potete raccontare ispirazioni e idee alla base di “No One Cares”?

La maggior parte delle nostre composizioni nasce dalla solitudine di alcuni momenti del quotidiano, da notti insonni e lunghi viaggi in macchina. Parte del nostro repertorio tra l’altro è stato concepito durante il periodo della pandemia, e quindi risente non poco dell’inquietudine di quel momento storico.

Successivamente tutte le idee vengono convogliate in sala prove, dove grazie all’affinità e alla complicità tra di noi, nel giro di poche ore riusciamo a definire gli arrangiamenti strumentali dei nostri brani. Indubbiamente il risultato finale è frutto delle nostre ispirazioni e dei nostri ascolti, ma abbiamo lavorato sodo affinché si creasse uno stile tutto nostro, un “marchio di fabbrica”.

Francesco, il nostro cantante, è stato fondamentale in questo processo, essendo entrato nella band dopo circa tre anni di attività, egli ha cercato di fare suoi i brani già esistenti e, laddove fosse necessario, ha elaborato nuovi testi con delle nuove melodie, incastrando il suo vissuto ed i suoi pensieri. No One Cares parla di noi, è un album concepito in un momento storico non facile, dove l’indifferenza la fa da padrona e il culto dell’apparire offusca la reale condizione in cui viviamo.

Quale brano dell’album rappresenta meglio l’essenza dei Comfy Pigs e perché?

Questa è una domanda che divide inevitabilmente la nostra band, anche se tutti noi potremmo dire che il disco rispecchi a pieno, nella sua complessità, ciò che volevamo, nota per nota. Nonostante ciò, è normale che ognuno di noi abbia dei brani “preferiti” nei quali ritrova l’essenza del nostro sound. Per esempio, per Francesco sono The Awful Dog e No More Time, brano preferito anche da Vanni, batterista della band, il quale predilige anche il singolo Everything Burns, Ivan, chitarrista, è legato a Light Hearted Poem, mentre il bassista Danilo a Your Guilt.

Avete piani per un tour per promuovere l’album?

Volendo far uscire il disco in vinile per fine anno, ci stiamo organizzando per una serie di date invernali in cui lo presenteremo per intero, oltre a suonare qualche pezzo nuovo che non ha fatto in tempo a entrare nella scaletta del disco.

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