Kindred Spirit è il secondo capitolo della trilogia di Daniele Tommasini, nata con The Art of Waiting, frutto di idee concepite poi accantonate poi rielaborate nel corso degli ultimi cinque anni. Come il suo predecessore, Kindred Spirit si lancia in un percorso denso di suoni mossi a costruire immagini e memorie. Sono ballate che raccontano di un’anima gemella, canzoni d’amore in forma elettronica dotate di complessità e leggerezza.
Daniele Tommasini traccia per traccia
Ci si immerge nel disco grazie alla tranquillità espressa da Come Together, titolo beatleasiano per un brano che con il procedere si fa pulsante e inquieto, con un tocco di ossessività latente.
Molto più gutturale e sotterraneo il percorso di All in Once, che modella il proprio loop in un senso piuttosto ipnotico, aprendo poi poco per volta a sonorità più psych, che giungono gradualmente.
Spazi molto vasti e risonanti quelli in cui si muove Dark Fantasy, che come i brani precedenti ha carattere mutevole. Infatti presto si fa massimalista, consitente e voluminosa.
Viaggia a loop Sleep on me, altro brano di carattere oscuro, che stavolta rimane molto integro per gran parte della propria durata.
Momenti di malinconia all’interno di una ritmica fitta si manifestano in Let it Go. L’ep si chiude con The Light Inside is Broken but I Still Work, che sa di scioglimento e risoluzione.
Un ep magmatico e sicuramente ricco di spunti, quello di Daniele Tommasini, che rappresenta uno spaccato molto vivido della creatività dell’artista.