Diciamoci la verità: abbiamo vinto noi. Il 2018 ha detto che ha vinto l’indie, che non è più tanto indie, che va a Sanremo, che domina le classifiche, che offre tormentoni estivi, che è sdoganato, che si è sputtanato, fate voi. Ma che abbiamo vinto noi (artisti, etichette, press, festival e, magari più modestamente, ma chi siamo noi per non tirarcela, anche webzine) è un dato di fatto.
Noi di TRAKS ve lo diciamo da un po’ (nel 2019 compiamo cinque anni) che quanto di meglio, di più creativo, aggiornato e fresco che la musica italiana sa e può pubblicare oggi passa al 99% dall’indie. Pop, rock, hip hop, trap, nu soul, elettronica, shoegaze, post rock: gli steccati sono saltati da un po’ e probabilmente è giusto così. E se ne sono accorte anche le major, che ora dragano il mare dell’indie che è una bellezza.
Ma c’è una “scena” e questa è già una notizia. Non ci fosse, ve lo vedreste Baglioni che si porta Zen Circus, Motta, Ex-Otago, Ghemon (tutta gente che abbiamo intervistato e/o recensito: se non ci credi controlla) eccetera a Sanremo? Poi per carità, come dice qualcuno ci saranno dietro retroscena innominabili e maneggi orribili. Ma a noi la scena piace più del retroscena, onestamente, almeno in questo caso.
Il 2018 è stato anche un anno in cui sono usciti, boh, sette milioni di dischi, e tra l’altro abbiamo parlato di quasi tutti. Ma qual è stato il migliore? Secondo te e secondo chi ha votato il disco dell’anno di TRAKS è Il fuoco in una stanza degli Zen Circus.
Quindi è il caso di fartelo riascoltare:
Quando poi hai finito puoi dare un’occhiata anche qui: abbiamo radunato una playlist con 100 brani notevoli (non necessariamente tutti i migliori, ma questi ci sono piaciuti parecchio), tutti usciti nel 2018. Vai e colpisci. Pardon, ascolta: