Effenberg: “Sirene alate” è il nuovo singolo

Sirene Alate è il nuovo singolo di Effenberg, in uscita per Sound To Be su tutte le piattaforme digitali.
Rabbini smarriti, preti con il suv, palloni sospesi a mezz’aria, sirene alate e anziani persi nei loro telefonini sono gli attori di questa “novella yiddish” contemporanea. Una sorta di giorno del giudizio intriso a suo modo di ironia, magia e mito.
Il brano, liberamente ispirato al libro di Alejandro Jodorowski Quando Teresa Si Arrabbiò Con Dio, narra dell’ultimo giorno dell’umanità, quando un mondo stanco e infastidito tira un grosso respiro formando una crepa profonda sul muro del pianto e nelle coscienze degli esseri umani. Gli uomini si ritrovano così a fare i conti con la precarietà della condizione umana.
Sirene Alate, prodotto da Emmanuele Modestino, Effenberg, Paolo Sodini e Marco Olivi è un intenso susseguirsi di ritmi ripetitivi e incalzanti. Chitarre ipnotiche, eterei pad di tastiere e sonorità afro fanno da cornice a questo scenario apocalittico disegnato poeticamente dall’artista, che lo interpreta con grande intensità e con, seppur celata, ironia. Sirene Alate è la prima canzone di un dittico. Si tratta infatti dell’antefatto, e naturale prequel, del brano “La Bibbia ed il Talmud” che sarà incluso nel nuovo album di Effenberg, che vedrà la luce nel 2021.
“In quel periodo stavo leggendo Jodoroswsky ..” racconta l’artista “Era il 31 dicembre 2019, aspettavo la mia fidanzata per andare a festeggiare il capodanno assieme ad alcuni amici. Lucca, la mia città, era in fervente attesa del nuovo anno e si respirava quella sensazione da Sabato Del Villaggio Leopardiano. Le attese, si sa, sono noiose, però possono essere molto stimolanti. Sono un momento in cui si è costretti a stare da soli, con noi stessi, dove spesso nascono idee, motivi, melodie e intuizioni che aprono anche ad inimmaginabili scenari. Quei minuti di attesa e quella atmosfera mi hanno infatti permesso di buttare le basi testuali e melodiche di questo brano. Mesi dopo, durante il primo lockdown, ho pensato a quanto fosse stato casualmente e malinconicamente premonitore questo testo”.
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