Del Signor Uffa

Lui è Etanolo, su Spotify una manciata di brani con direzioni diverse fino ad arrivare al suo ultimo singolo dal titolo TECHNO SX/DX che è una sorta di ironica critica sociale in stile gaberiano, ma intrinsecamente rap, un nuovo capitolo per uno dei cantautori più interessanti della nuova scena. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui riguardo una pseudo-politica liberale, vino, Gaber e Mentana.

Le interviste sono di destra o di sinistra? 

Devo ancora scoprirlo, dipende. Le interviste delle Iene piacciono anche a sinistra ma son di destra. Quelli di Report prendono pugni dagli Spada, quindi direi sinistra dai. Nemo nettamente a sinistra. Mario Giordano fa interviste filo-fasciste e urla. Peter Gomez dipende da come si sveglia. Però secondo me il grande dilemma sarà sempre uno, Mentana? 

In che cosa quest’ultimo singolo si avvicina all’attività di Giorgio Gaber?

Bella domanda. Ovviamente chiunque abbia sentito il singolo prima dell’uscita l’ha definito come un “destra / sinistra 2.0”, però a dire il vero mi sono avvicinato all’immaginario “Gaber” pian piano che lavoravamo sul pezzo e non in modo così diretto come sembra. Mi spiego, quando ho cominciato a scrivere il pezzo non ho subito pensato a Giorgio e non voleva essere un omaggio.

Volevo scrivere un pezzo danzereccio e rindondante e mi sembrava astuto ripetere sinistra/destra fino allo sfinimento e così ho fatto. E’ chiaro che io per primo alla quarta rima mi son reso conto della similitudine di intenti e l’omaggio è arrivato in modo definitivo nella scelta della tipologia di video da girare. Ho guardato molte sue performance e con Charlie, il regista, abbiamo deciso di riprendere il “Teatro Canzone” come immaginario da cui prendere spunto.

Il resto lo hanno fatto anni di canzone italiana e Rai. Per concludere, la cosa che mi ha avvicinato tanto a Gaber in questo periodo mentre lavoravo al pezzo, non è tanto l’aver scritto un brano simile, quanto il fatto che come credo fece lui, me la prendo un po’con tutti senza però fare il muso a nessuno, perché consapevole di far parte dello stesso sistema che prendo in giro.

Ascoltando la tua produzione presente su Spotify troviamo brani anche molto diversi tra di loro. Come mai? Che direzione prenderà il tuo progetto?

Mi hai beccato. Il problema, o forse la fortuna, è che ascoltando molta musica non riesco troppo a scegliermi un sound definitivo. Ci sto lavorando sopra e sono vicino probabilmente a trovarne uno, ma continuerò lo stesso a inserire influenze che mi aggradano. La sfida è non far sembrare tutto un’accozzaglia di brani senza un filo conduttore finale.

Ci descrivi il progetto di Etanolo con il nome di tre alcolici e ci spieghi le tue scelte? 

Negroni – Perché è il titolo del primo brano che ho scritto come artista solista dopo anni di rap e dintorni, ed è anche il primo brano dove ho deciso di lasciarmi andare a qualcosa di più scanzonato e irriverente.

Vino – Perché è il motivo per cui mi hanno affibbiato lo pseudonimo Etanolo, diciamo che son sempre stato un fan accanito fin da tenera età.

Whisky – Perché è uno dei pochi alcolici che non riesco a ingerire, se vogliamo rappresenta tutto quello che non riesco a digerire che spesso e volentieri sta alla base dei testi che scrivo.

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