Anonimo è il nuovo singolo di Exu Nathan. Si tratta di un brano trap crudo e diretto, con un mood aggressivo. Lo abbiamo intervistato

Come nasce “Anonimo”?

“Anonimo” nasce da un’esigenza di sfogo. Avevo bisogno di mettere in musica la rabbia e la verità che ho dentro. È un brano diretto, senza filtri, in cui ho deciso di parlare chiaro, senza mezze misure. Non cerca di piacere a tutti, ma di raccontare quello che molti evitano di dire. In più, è un brano importante per me perché è il primo che scrivo e realizzo completamente da solo.

Fino a ora, anche se magari l’idea partiva da me o da Panda, c’era sempre stato un confronto, un lavoro a quattro mani. Con Anonimo, invece, mi sono occupato sia del testo che del beat: è il primo brano in cui mi ritrovo al 100% da solo, artisticamente e tecnicamente.

Che differenza c’è tra l’Exu di prima e quello di adesso?

Dipende da quando, perché nella mia vita ho vissuto diverse fasi: un incidente che mi ha portato al coma, problemi con la giustizia, l’inizio del mio percorso musicale fino ad arrivare all’accademia, e poi la morte del Panda. Ma se devo dare una risposta in linea generale, oggi sono sicuramente un ragazzo più cresciuto, più maturo, con molta più esperienza alle spalle rispetto allo sprovveduto che ero prima.

Le esperienze ti formano, ti insegnano. La differenza è che ora porto tutto quel vissuto addosso — compreso un grande dolore per la perdita del Panda.

Cos’è cambiato per te dopo la scomparsa del Panda?

È una persona con cui ho passato dodici ore al giorno per vent’anni della mia vita. Abbiamo vissuto insieme momenti estremi, sia nel bene che nel male, tra bassi profondi e alti irripetibili. Penso che ogni parola sia superflua, perché chi ha vissuto un legame così può capire senza bisogno di spiegazioni.

Cosa vuol dire per te essere un artista indipendente oggi?

Essere un artista indipendente per me oggi significa essere libero. Libero di scegliere i tempi, i contenuti, lo stile. Non ho nessuno che mi impone scadenze, strategie o regole da seguire. Eppure, non sono solo: ho intorno a me amici veri che mi supportano senza avere alcun interesse nella musica, ma solo in me come persona.

È come avere un team che non sta scritto da nessuna parte, ma che c’è sempre, e che mi dà solo benefici, senza pressioni. Questo mi permette di fare musica in modo sincero, senza forzature, restando fedele a me stesso.

C’è qualcosa che non ti piace della scena trap italiana di oggi?

Più che qualcosa che non mi piace, c’è qualcosa che faccio fatica a concepire. Ci sono artisti che nei testi raccontano storie di vita profonde, di strada, di dolore… ma che in realtà non hanno mai vissuto davvero certe situazioni. Se racconti qualcosa che non hai vissuto, per me stai facendo intrattenimento, non arte. Detto questo, non giudico nessuno: è semplicemente una visuale diversa dalla mia, che oggi si basa sulla verità e sull’esperienza diretta.

Cosa ti fa andare avanti nei momenti difficili?

Un obiettivo. Senza un obiettivo, anche piccolo, rischi di abbandonarti a te stesso. Io ho superato un coma e cinque anni di riabilitazione, durante i quali i medici dicevano che difficilmente sarei tornato a camminare. Dopo quello, ho affrontato più di due anni di problemi con la giustizia e tutto il resto.

Non sono situazioni che vivi tutti i giorni, e proprio per questo so che ciò che mi ha salvato è stato avere sempre un obiettivo in testa. Se hai una meta chiara, qualcosa in cui credi davvero, trovi sempre il modo di andare avanti. Questo è quello che ha aiutato me.

Hai già altri pezzi pronti? Ci sarà un ep o un album?

Sì, ci sono altri due pezzi pronti a cui ho finito di lavorare poco fa, pensati per quest’estate. Per quanto riguarda un ep o un album, al momento no. Preferisco pubblicare un brano ogni 35 giorni e raccontare, volta per volta, quello che mi passa per la testa. Così posso restare sempre vero e spontaneo, senza forzare nulla. Ovviamente ogni brano è accompagnato da un videoclip, perché per me l’immagine è parte integrante del messaggio.

Pagina Instagram Exu

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