Festival di Re Nudo 2025: il report di domenica

Si è concluso ieri Le Notti dell’Underground – Festival di Re Nudo: una seconda edizione dell’evento milanese ospitato dalla Fabbrica del Vapore che ha visto alternarsi tantissimi eventi artistici, tra mostre fotografiche, cortometraggi, performance, installazioni, presentazioni di libri e tantissime altre proposte di alto livello. Un modo per accendere un riflettore sulla cultura, specialmente quella under 30, che ha continuo bisogno di stimoli, sostegno e supporto.

Un po’ come la musica emergente, che di questa edizione è stata una colonna non meno importante: con la collaborazione di FindYourLive il Festival, di cui TRAKS è media partner, ha potuto contare su un numero molto vasto di artisti di svariati generi e provenienze, tutti di qualità e tutti prontissimi al palco che hanno più che degnamente occupato.

Ieri è stata la volta di una giornata tutta in acustico e tutta dedicata ai cantautori: cinque proposte e cinque esperienze diverse accomunate dall’originalità e dalla forza espressiva. Ha aperto la giornata Isygold, pseudonimo di Alessandro Isidoro Re, che insieme a Joachim Steiner ha regalato alcune canzoni che flirtano con il surreale, come il nuovo singolo Non è la Rai.

Ecco poi Sue, “cantautrice a fiori” per autodefinizione, per la propensione, spiccata, a trasformare in musica anche le realtà non particolarmente gradevoli della vita: Susanna Cisini, milanese, insieme al suo chitarrista Andrea Mentesana ha cantato alcune canzoni del suo nuovo disco Come luce, proponendosi poi anche su successi precedenti, correndo su una linea immaginaria che parte dal folk e arriva al pop, non disdegnando incursioni in altri generi, come qualche tocco di reggae qui e là. I suoi brani attingono anche all’esperienza professionale di educatrice nell’ambito della disabilità, come nel caso della toccante Non ti volevo fare male.

A salire sul palco è stato poi Le rose e il deserto, progetto di Luca Cassano che si è presentato in duo con il proprio fisarmonicista Fabio Greuter. Un cantautorato che si muove in modo classico ma che regala emozioni a piene mani anche quando pesca dall’intimità familiare. I suoni sono curati, i testi anche di più e il cantautore di origine calabrese si muove con disinvoltura e delicatezza. Notevole anche la versione di Via con me, lontana da Paolo Conte ma non stravolta rispetto all’originale.

Tutt’altra atmosfera quella messa in piedi da Mike Orange, unico a presentarsi con la chitarra elettrica (fosse il Newport Festival del ’65 sai lo scandalo), per regalare un po’ di ironia ma anche spunti che nascono da un quotidiano non sempre felicissimo. Ma la forza del cantautore lombardo è proprio la capacità di non prendersi troppo sul serio né quando suona, né quando scrive, né quando parla del suo coniglio, protagonista della copertina del suo disco Sensibile. La sua sensibilità, appunto, a volte mascherata, emerge da brani come Parco, in cui riesce a dipingere quadri di vita interessanti e molto realistici.

Calano le tenebre e sale sul palco l’ultimo ospite di giornata: dalla Toscana arriva Zanna, forte del successo crescente dell’ultimo album, Del tempo, degli elementi. Una vita da chitarrista dimostrata da un’eccellente abilità con la sei corde in mano, ma anche un talento sempre più espresso nello scrivere canzoni intelligenti e “alte” senza lasciare i dintorni del pop. E se su album le canzoni prendono spesso la via elettronica, qui in acustico e “nude” risuonano anche con maggiore forza e intensità.

Anche l’ultima giornata del Festival ha confermato varietà e qualità della proposta musicale, allineando artisti che meriterebbero sicuramente maggiore attenzione.

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