Filippo D’Erasmo, “Dedalo”: recensione e streaming

E’ in uscita Dedalo per Ohimeme il nuovo album di Filippo D’Erasmo. Torna così il cantautore di Acqui Terme (AL), con un nuovo disco già anticipato dal singolo “Piccoli piaceri borghesi“. In questo disco, Filippo D’Erasmo raccoglie gli ultimi due anni di scrittura, un lavoro di auto-psicanalisi. 

La scrittura mi è sempre servita come strumento per fare chiarezza, per distendere e ordinare le idee su questa tavola bianca che il foglio di carta rappresenta. Sento che questo disco racchiude due anime. La prima è quella delle canzoni più leggere e spensierate, polaroid di momenti che mi hanno in qualche modo emozionato. Questi brani hanno una forma canzone più spiccata, arrangiamenti energici e guardano più al pop.  La seconda anima è quella dei brani più introspettivi ed auto terapeutici. In questi la scrittura è più grezza, come vomitata di getto per un’urgenza espressiva e gli arrangiamenti sono più cupi e scarni, funzionali a ciò che volevo esprimere nel testo. Per quanto riguarda gli arrangiamenti, ho cercato di dare ai brani un’impronta che sentivo mia e adatta a quello che la canzone volevo comunicasse. Poi con Luca Grossi abbiamo fatto un lavoro di revisione e integrazione sulle mie produzioni, aggiungendo o togliendo laddove serviva.

Filippo D’Erasmo traccia per traccia

Quel Cd dei The National, già presentato come singolo, apre l’album: una ballad dai tratti automotivanti, con la chitarra acustica a fare da collante.

Un drumming piuttosto evidente apre Cristina, ritratto femminile non necessariamente elogiativo. Eppure la suddetta Cristina risulta essere il “riparo nel temporale” del narratore del brano.

Si accelera un po’ con Le tue Converse, che flirta con il synth pop e rimbalza sulle percussioni, con qualche twist end nel testo.

Si ritorna sul morbido per cantare i Piccoli Piaceri Borghesi, insieme a Globular Waves. Intermezzo parlato per una canzone che ha intenti narrativi.

Scosse sismiche, e parecchi altri disastri, si affollano nel brano successivo: sono per lo più metafore di sensazioni intime. Cerchio di fuoco esplora spazi ultraterreni, gioca con le risonanze e si chiede che cosa sia giusto e sbagliato. Storie di provincia, cartine e musica, a bordo di AMT, canzone morbida e malinconica.

Si chiude con Resistenza, che usa gli incoraggiamenti per operazioni di igiene personale e si esprime in modo simile anche con altre espressioni umane: “fanculo i testi colti, il cantautorato”. Una canzone di rivolta e ribellione, ma anche di autoaffermazione.

Il disco di Filippo D’Erasmo promette molto, perché la scrittura del cantautore è intelligente e a volte arguta, vedi appunto l’ultimo brano del disco. Però la sensazione che lascia è che si potesse fare un po’ di più di così: qualche scelta un po’ scontata, qualche idea musicale che si poteva sviluppare meglio. Probabilmente andrà meglio alla prossima.

Genere musicale: cantautore

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