A tre anni dall’uscita del loro primo lavoro, tornano i Flame Parade con Cosmic Gathering, il nuovo album, per l’etichetta Materiali Sonori.
I Flame Parade – Marco Zampoli (voce, chitarra), Mattia Calosci (basso, chitarra), Letizia Bonchi (voce, violino, synth), Niccolo’ Failli (batteria, percussioni), Francesco Agozzino (chitarra) – sono una band toscana dedita a un rock contemporaneo e raffinato, che attinge suoni e atmosfere dalle radici new folk mischiandole a un’attitudine pop di respiro internazionale.
I riferimenti musicali della band vanno a pescare appunto nel new folk e nell’indie straniero, dagli Arcade Fire ai Foxygen, da Kevin Morby a Devendra Banhart o i Fleet Foxes. L’album è preceduto da due singoli: la title track e Kangaroo, proposti con due videoclip diretti da Pierfrancesco Bigazzi.
Flame Parade traccia per traccia
L’atmosfera si fa subito ovattata e ricca di groove e di riferimenti vintage con Thunder Clap, che apre il disco con eleganza.
Sempre vintage, ma più ritmata Electric Lady, pezzo con carattere un po’ più giocoso e una linea di basso molto movimentata.
La title track Cosmic Gathering arriva e cambia il clima abbassando le luci e muovendosi su toni piuttosto malinconici.
Arpeggio fitto e voce femminile sono i primi elementi che si notano in Kangaroo, l’altro singolo.
Passo diverso e più sostenuto quello di Kill the Deamon, che ha influssi quasi folk e battiti piuttosto robusti.
Moon on fire torna a scaldare l’atmosfera con cori e sonorità che sanno di soul, con l’organo a sorreggere la melodia insieme alla chitarra.
Oscillano i suoni e partono i tamburi con Opium Town, brano che suggerisce potenzialità psichedeliche senza poi seguire questa strada fino in fondo, e anzi trasformandosi in un brano molto solare e quasi tropicale.
Va a velocità alte ma con una certa tranquillità e con influenze sonore americane Old Nick, pezzo sereno che introduce l’ultima parte del disco.
Ecco poi un altro pezzo ricco di passioni contenute, di idee malinconiche e di cori, con un buon dialogo tra voce femminile e maschile, I’m A Mountain.
Si chiude con una speranza: Blue Road behind the Door apre le porte al futuro con tranquillità e qualche risonanza. Finale intenso con gli archi.
Non particolarmente interessati alle mode, i Flame Parade confezionano un disco solido che suona qui e là “antico”, ma ricco di personalità, molto levigato e convincente.