Pluriball è il nuovo album di Francesco Anselmo. Si tratta del secondo disco del cantautore siciliano, che segue il fortunato esordio del 2018, Il gioco della sorte: un lavoro ben accolto dalla critica che lo elegge fra i cinque album d’esordio più belli dell’anno, selezionandolo fra i finalisti delle Targhe Tenco 2018 nella categoria “Miglior opera prima”.
Profondamente legato alla sua terra natia e alla musica popolare, Francesco Anselmo nel 2012 fonda l’orchestra siciliana Treis Akria, di cui è voce e chitarra. Parallelamente inizia a lavorare a una sua produzione discografica da solista, ottenendo diversi riconoscimenti, tra cui la vittoria del “Festival della Canzone Popolare D’autore” – Premio Giorgio Nataletti 2017, e realizzando diversi tour in giro per l’Italia, durante i quali ha avuto anche l’occasione di aprire le date di Nino Frassica al Teatro di Verdura di Palermo e i concerti di artisti come Max Gazzè e Bandabardò.
Nel 2019 è vincitore insieme al collettivo artistico Adoriza della Targa Tenco per il ‘Miglior album a progetto’ dell’anno con il lavoro Viaggio in Italia. Cantando le nostre radici.
Francesco Anselmo traccia per traccia
Si parte raccontando di Arredamenti, in una ballata che apre il disco con toni da cantautore tradizionale e molto sentimento, in una canzone di attese e descrizioni.
Satelliti di condominio si solleva poi in termini di ritmo e di umore, anche se anche qui si parla di autunni e di partenze. Ecco poi la title track Pluriball, ritmata in modo consistente: l’attitudine a raccontare qui si fa anche più concreta, ad accompagnare un pezzo rock-pop che sa un po’ di scuola romana (Gazzè in particolare).
Gentile e sfumata Davanzali, che parla di scene marine accompagnandosi con la chitarra acustica e con pensieri che si muovono in modo libero. Finale con archi e aspirazioni che si sollevano piano piano.
Molto fitti versi e giri di chitarra per una piuttosto angosciata Equilibrio verticale, che parla di quello che cerchiamo e delle nostre pare.
C’è un giro blues che introduce Penne in scatola, flusso di coscienza poco alimentare ma molto autoesplicativo. Savastin prosegue con lentezza avvolgente, all’inseguimento di memorie fuggite.
Cambiamenti che sorprendono sono quelli che caratterizzano Lo dici veramente, che parte piano ma che accelera presto. Si chiude cantando di un Fiammifero, metafora accompagnata da altre metafore e da sonorità morbide ma dolorose.
Una conferma di buon livello per Francesco Anselmo, che con il secondo disco prosegue su un tracciato personale e intimo, che accoglie in sé varietà e qualità.
Genere musicale: cantautore
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