Scritto nelle stelle è il nuovo album di Ghemon, sempre più figura centrale per una certa interpretazione del cantautorato hip hop, ricco di influssi soul, r&b, black.
Undici brani e trentacinque minuti di musica a certificare la padronanza pressoché assoluta di una formula sempre più collaudata e sempre più adatta alla conformazione dei pensieri di Ghemon.
Ghemon traccia per traccia
Inizio sommesso, almeno dal punto di vista sonoro, per l’album, con Questioni di principio, che in realtà ha un testo ricco di asperità, che conferma l’abilità nel fraseggio stretto ma elegante di Ghemon.
In un certo qual modo fa salire subito i giri del motore, recuperando tutti i sentimenti black che sono corroborati dalle modalità hip hop del cantato, gestito con energia ed eleganza.
Si parla di pericoli scampati all’interno di Champagne, canzone di contrasti e di autocoscienza ripensando a una storia passata.
Voglia di relax e poca socialità all’interno di Due settimane, che sa un po’ di anni ’80. C’è parecchia nostalgia in Cosa resta di noi, più rabbiosa che malinconica, serrata e molto appuntita.
Cambia segno invece Inguaribile e romantico, che richiama alla memoria il Ghemon più morbido, qui con contorno di archi e di una certa mestizia.
Buona stella recupera un po’ di ottimismo, aiutata anche dai fiati e da un battito molto determinato. Qualche problema con gli ex di lei all’interno di Io e te, rappata fitta e molto intensa.
“Ti scrivo a lume di candela”: immagini romantiche, da Criminale emozionale qual è, quelle della breve Un vero miracolo.
Zone d’ombra e segreti chiusi nei bagagliai quelli narrati, voce e piano, da Un’Anima, piuttosto noir e intima.
Si chiude con un K.O. piuttosto brusca e con un giro insistente, per un congedo dall’album tutt’altro che accomodante.
Non ha voluto rinviare l’uscita del suo nuovo disco, Ghemon, come se ci fosse una certa urgenza di portare alla luce queste nuove canzoni. Eppure l’impressione è che si tratti di un lavoro che suona piuttosto “classico”.
Non nel senso di prevedibile, non nel senso di già sentito: nel senso che rimarrà nel tempo, che possa essere riascoltato con piacere anche a distanza di tempo. Pur non stravolgendo i canoni, Ghemon scrive una pagina nuova e significativa della quale tutti i suoi colleghi dovranno tenere conto.