La seconda giornata di The Next Day, il festival dedicato alla generazione z targato Goa Boa, che ha portato la musica live sulle alture genovesi, nel verde del parco degli Erzelli, ha celebrato il rap e la nuova scuola genovese (e non), in ogni sua declinazione. 

Una giornata decisamente più calda ha accolto i tanti giovani che si sono riuniti per poter far casino, cantare e ballare sulle note dei loro artisti icona: il sole non ha dato tregua, la musica nemmeno, per un risultato esplosivo e che tutti i presenti difficilmente dimenticheranno. 

Come per ogni festival che si rispetti, si inizia presto a suonare: sul palco si alternano fin dalle 17 Rojito, Vago, Jerry Sampi, Sayf, Young Slash e Helmi Sa7bi, giovani rapper che infiammano già le folle come i colleghi più navigati. 

L’esibizione di Big Vibe è invece durata meno del previsto: una scaramuccia sul palco è sfociata in parapiglia tra crew del rapper, fonici e security, finita dietro le quinte con qualche ferito e approfondimenti da parte delle forze dell’ordine per chiarire le dinamiche di quanto accaduto. The show must go on, diceva quello, e la scaletta è andata avanti come da copione.

Nonostante qualche piccolo inconveniente, la giornata prosegue spedita e segue la scaletta senza troppi intoppi. Alle 19.30 puntuale sale sul palco Big Mama: originaria di Avellino, trapiantata a Milano, è una delle stelle nascenti del rap italiano più brillanti. Sfacciata, iconica in ogni sua espressione, riempie il palco con le sue barre e la sua ironia, lanciando messaggi non fraintendibili sulla sua percezione del mondo e su chi merita la sua attenzione e chi invece un bellissimo primo piano del suo fondoschiena. Senza paure e senza filtri, canta di Tinder date, di fidanzati lasciati, di ignoranza e maldicenze, sempre con un sorriso contagioso e una carica invidiabile. 

Dopo di lei tocca a J Lord: creativo e originale, di origini ghanesi ma con l’accento napoletano, conquista la scena fino ad attirare l’attenzione di artisti del calibro di Ghali, Liberato, Guè, Massimo Pericolo ed Emis Killa. 

Il caldo continua a colpire fino al calar del sole: tanti sono i ragazzi delle prime file che accusano malori e devono essere soccorsi dai militi delle ambulanze, complice il non voler perdere il posto guadagnato ore prima. Dopo il tramonto, tra un panino preso nei vari stand e una bottiglietta d’acqua consegnata dal personale della sicurezza, ci avviciniamo alla zona calda della serata. 

È la volta di Madame, arrivata poco prima del suo spettacolo bloccata, anche lei, dal traffico autostradale impossibile degli ultimi mesi. Canotta bianca, pantalone grigio e mocassino, contrasta la sua giovane età con una personalità e uno stile definito e perfettamente a fuoco, così come a fuoco è la sua incredibile voce.

Snocciola una hit dietro l’altra, dai brani estratti dal suo album omonimo alle chicche un po’ meno note, passando per i feat. di artisti che hanno scelto la sua personalità per i propri brani, da Marco Mengoni a Fabri Fibra, da Sfera Ebbasta a Ghali. Immancabile Chiccherie, il suo primo singolo che l’ha consacrata in tempo zero come “una su cui tenere gli occhi puntati”. Il tempo a sua disposizione corre troppo in fretta, si arriva a Voce e a Marea in un batter d’occhio, e spiace vederla andar via, con la sua cazzimma e la sua incredibile potenza vocale, che dal vivo sembra ancor più vibrante. 

Il gran finale spetta a Bresh, atteso come si attende il Natale da bambini. Dopo aver trionfalmente concluso il Goa Boa Festival dello scorso anno, spetta a lui risvegliare gli animi assopiti dopo un lungo inverno, questa volta senza mascherine e restrizioni a limitare il suo pubblico. 

La calca è incredibile anche tra gli addetti ai lavori, e il local hero del collettivo Drilliguria, la wave genovese che rappa la vita quotidiana diventando una sorta di cantautorato 2.0. 

Impossibile capire quali siano i brani preferiti dal pubblico: tutti i ragazzi cantano tutte le tracce proposte, accompagnando con entusiasmo un vero e proprio re del palcoscenico. Insieme a lui sono tanti gli ospiti che hanno calcato il palco, a cominciare da Tedua, altro orgoglio genovese e altro idolo delle folle. La serata prosegue con l’entusiasmo che arriva fino in cima a una delle colline circostanti, da cui si vedono luci di cellulari a mo’ di accendini a creare l’atmosfera. 

Non manca il momento di interazione con il pubblico: due ragazzi sono stati invitati sul palco a cantare insieme a Bresh e a far morire di invidia gli amici rimasti dietro la transenna. È mezzanotte e mezza, ancora si suona, ancora si canta, ancora una generazione sogna insieme e fa un gran rumore, quello di chi ha sempre più voglia di farsi ascoltare.

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