TRAKS torna a proporti cinque recensioni in breve, per evitare che tu ti perda qualche disco significativo uscito di recente.

Arvioux, A Safe Place

arvioux, recensioni in breveA Safe Place è il nuovo eo di Arvioux, il progetto elettronico del musicista bresciano Alberto Gatti. Il nuovo lavoro è disponibile negli store digitali e sulle piattaforme di streaming: l’elettronica è “un luogo sicuro”, tra Brescia e Berlino, dove si incontrano le varie influenze musicali di Arvioux passando tra pop, synth-pop e funky, con richiami agli anni ‘80 e ‘90, ispirato da Air e Daft Punk. Si parte con una piuttosto cupa Insecure, percorso ragionato con la collaborazione di Filippo De Paoli. Waiting for Summer continua a giocare con le voci robotiche, aggiungendo una ritmica più apertamente pop. Anche M opta per dinamiche pop, morbide e corali, che trovano esiti più ariosi e quasi sinfonici verso il finale. Si chiude con una più appuntita My Soul is Free. Progetto interessante quello di Arvioux, che mescola impulsi di provenienza diversa ottenendo un mix vario e ricco.

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SYML, In My Body

syml, recensioni in breveSi annuncia come “semplice”: Brian Fennell ha scelto il proprio nome d’arte SYML (si pronuncia “simmel”) in quanto traduzione di “semplice” dal gaelico. Il suo nuovo ep contiene sei brani che mescolano un concetto tradizionale di canzone con sonorità contemporanee. Il cantautore, paragonato a Passenger, ha già visto propri brani in alcune serie TV come  “Elementary”, Scream”, “Teen Wolf” e “The Originals”. Si parte subito da Body, quasi title track di impatto drammatico, che cresce un po’ alla volta e raggiunge vette consistenti, in campo pop. Meno radicale e più tradizionale Where’s My Love, passo moderato, dolcezza e gusto per la melodia.

Falsetto, archi e piano contraddistinguono Wildfire, che avanza a ondate successive. Più ritmata e anche gridata Ghosts. Cover di Neil Young, ma con pianoforte ed estrema dolcezza, per Harvest Moon, tra i brani più minimal del disco. Lenta e notturna, ecco The War, che chiude l’ep su note piuttosto amare ma anche su orizzonti molto vasti. Perfettamente inserito nel flusso del pop contemporaneo, SYML piace quando costruisce e stupisce un po’ di più, cioè nelle canzoni che escono dai canoni più ovvi.

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Massimo Ruberti, Granchite Yumtruso pt. 2

massimo ruberti, recensioni in breveNostress Netlabel pubblica Granchite Yumtruso PT 2, il nuovo ep di Massimo Ruberti, musicista elettronico nativo di Livorno che si autodefinisce “trafficante di suoni e immagini”. L’album è la seconda parte dell’omonimo “pt.1” uscito nel 2016. Si apre con l’aggressiva e un po’ malmostosa Wilderness, prima che Falling apra le ali e distenda suoni e pensieri, anche grazie all’ausilio della voce di Ada Doria. Green Cave/Invocation sceglie binari che fuggono verso orizzonti etnici e tribali, sorretti da ritmiche molto insistenti. Il discorso etnico rimane vivo anche in Seven Towers Winged Children, con i suoni ambient che prendono colori diversi quando emerge il sax nel finale. I cori angelici che aprono Cosmic Egg Travelling Blues lasciano strada a una costruzione orchestrale più ampia, ancora colorata dalla voce di Ada Doria. Massimo Ruberti prosegue nella propria crescita sonora ampliando ancor più il ventaglio delle influenze e della propria espressione.

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Entropy Coding, Tales of the Moon

entropy coding, recensioni in breveTales Of The Moon è il nuovo disco della band symphonic/prog metal Entropy Coding. Nati nell’inverno del 2015 da un’idea della tastierista e compositrice Susanna Coltrè, hanno come obiettivo principale la reinterpretazione in un modo del tutto nuovo il symphonic metal. Per questo sono ben dieci i musicisti che collaborano a questo esordio di nove tracce. Si parte da toni decisamente fiabeschi, c’era una volta e tutto. L’introduzione è infatti riservata a Once Upon a Time, che lascia presto spazio a una molto più determinata e metal Neon in the Dark. Tastiere, drumming potente e voce maschile incidono a fondo nel discorso di Feel the Air. Luna, cantata in italiano, ha una partenza estremamente moderata e melodica, ma presto la chitarra interviene ad aggiungere dramma. La lunga suite Eclipse si diffonde in diverse direzioni, con intermezzi acustici, cambi di scena, costruzioni articolate.

Campane e poi tastiere aprono Running before the Dawn, prima che intervenga l’artiglieria pesante. Knight Prisoner alterna aggressione e momenti più sfumati. Molto vertiginosa The Wolf’s Trap, che raggiunge velocità quasi da speed metal. Shining Through our Light chiude il discorso con un drumming particolarmente granitico, temperato in parte dai contrappesi melodici del brano. Disco multiforme, benché tutto calato nella dimensione del metal sinfonico, il lavoro non mancherà di appagare gli appassionati del genere più aperti nei confronti delle contaminazioni.

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Gli Insetti nell’Ambra, L’Aleph

Insetti nell'ambra, recensioni in breveA due anni di distanza dal debutto Controllo, Gli Insetti nell’Ambra tornano con L’Aleph. 7 brani, 26 minuti, chitarra, basso e drum machine. Duo italiano che vive a Parigi dopo un transito a Zurigo, Gli Insetti appartengono alla scuderia della Skank Bloc Records e pubblicano esclusivamente su musicassetta. Perciò L’Aleph esce in sole 75 copie, con la grafica di Reg Mastice, stampa su carta argento, cassette rosa numerate a mano. Si parte da E2E4, riff insolente e atteggiamento tra il punk e il blasé, con la chitarra impegnata in risentimenti elettrici.

Foto usa tempi nervosi e convulsi, con un retrogusto new wave/post punk e testi che buttano sul surreale. Groove di basso e chitarra acido funk per Elettroni. C’è poi :riflessi, un excursus anch’esso acidino e psichedelico, con il testo che è però basato sulla poesia omonima di Palazzeschi. Il rockettino di Sperando fa fare quattro ulteriori passi nell’assurdità dei social. La title track Aleph cerca un centro di gravità circondata da impazzimenti chitarristici. Si chiude con la breve e rumoristica Segnali. Disco curioso, e ce lo si aspettava, quello degli Insetti nell’Ambra. Il duo convoglia la propria singolare creatività in piccoli racconti con sonorità di natura varia e immaginifica. Per un risultato che può essere straniante, ma non può non colpire.

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