Con un ep veloce e potente uscito nel dicembre scorso (e che puoi ascoltare qui sotto) la band Marrano, di nascita riminese e di ispirazione punk/indie, ci racconta qualcosa di sé e della propria musica.
[bandcamp width=100% height=42 album=2708330898 size=small bgcol=ffffff linkcol=0687f5]Potete raccontare storia della band, ragione del vostro nome e scelta della copertina dell’ep?
Marrano: L’idea nasce da me (Daniele) e Andrea che ci ritroviamo di nuovo, a distanza di quattro anni in sala prove. Dopo aver provato svariati batteristi subentra in pianta stabile Nicola e da lì nascono ufficialmente i Marrano. Da giugno 2015 iniziamo a scrivere/provare vari pezzi fino all’arrivo in studio nel settembre dello stesso anno dove registriamo il nostro primo ep autoprodotto, uscito poi a dicembre dello stesso anno.
Il nome ci piaceva aldilà del significato della parola. Ci siamo strettamente legati per un motivo personale. Non è stato semplice, ma suonava bene e ci siamo convinti. La copertina è una fotografia scattata da me a Dublino l’attimo prima che venissi derubato, fortunatamente non del telefono con cui ho immortalato l’immagine. Andrea poi ci ha lavorato su fino a dare vita alla copertina. Stessa cosa del nome, non è stato semplice, ma alla fine ci siamo convinti.
Mi potete illustrare la genesi di ognuna delle quattro tracce dell’ep?
Marrano: A parte Sei Anni che era già stata scritta da me e Andrea, tutte le altre tracce nascono in sala prove con Nicola in una delle estati più aride degli ultimi anni. Un po’ come tutti dai: un giro di chitarra, riff e da lì si incomincia. Vulnus e Nella Folla sono stati i pezzi scritti subito dopo aver iniziato. Non Insistere invece uno degli ultimi ed è stato inserito nell’ep proprio in extremis, non doveva nemmeno esserci.
Sulla vostra pagina Facebook avete scritto che ogni volta che leggete la parola “Seattle” in una recensione che vi riguarda è come raggiungere un traguardo. Quindi in fase di realizzazione avete puntato proprio a un suono il più possibile grunge o neogrunge o post grunge o giù di lì?
Marrano: ma in realtà non lo sappiamo. Cioè le influenze sono quelle, non ci nascondiamo, siamo cresciuti con i Nirvana. Diciamo che non ce lo siamo mai detti e abbiamo fatto uscire quello che veniva. Poi siamo rimasti contenti degli accostamenti fatti e per questo sorridiamo. La scena di Seattle alla fine rimane sempre la scena di Seattle.
Marrano: la priorità è suonare
Avete in programma un lp in tempi brevi? Se sì, potete fornire qualche anticipazione in merito?
Marrano: Il disco sicuramente arriverà. Non abbiamo fretta, qualcosa si sta muovendo. La priorità in questo momento rimane però suonare il più possibile in giro e magari trovare l’opportunità di un’etichetta.
Potete raccontare la strumentazione principale che avete utilizzato per suonare in questo disco?
Marrano: Abbiamo registrato allo Stop Studio da Andrea Muccioli e Ivan Tonelli ( Urali/Cosmetic) le tracce di batteria, mentre tutto il resto a StoneBridge, studio nuovissimo di Cesena, con il fondamentale aiuto di Andrea Cola (Sunday Morning) e Alan Fantini. Abbiamo usato la stessa identica strumentazione che usiamo nei nostri live. Quindi nulla di così sperimentale e diverso rispetto a quello che poi siamo dal vivo. Il colpo di coda finale l’ha dato Alex Balzama con un mastering tirato al limite presso il suo studio di Londra (Swift Mastering).
Chi è o chi sono gli artisti indipendenti italiani che stimate di più in questo momento e perché?
Marrano: Ne ascoltiamo parecchia. Andrea è impazzito per l’ultimo lavoro di IOSONOUNCANE e Buñuel, Nicola spazia un po’ ovunque. Di artisti Italiani amiamo Il Buio, gli Angeli, Sick Tamburo, Il Teatro degli Orrori, e soprattutto band di nostri amici ( Urali / Ricordi? / Girless and Orphan). Ma anche i Verdena, magari con più riguardo verso i primi cd. Lo diciamo, Endkadenz Vol. 1 ci ha fortemente legato e sarà per sempre il nostro disco.