Overlogic 2

E’ uscito ieri From where? primo ep autoprodotto di Overlogic. Il duo, composto da Francesco Cavasinni ed Emanuele Orsini, si basa su dinamiche synth/voce e batteria. I due presentano il disco così: “Con questo ep vorremmo trasmettere la sensazione che può provare un voyeur che, mentre osserva con avidità i luoghi in cui si trova, interagisce con se stesso per capire le sue emozioni durante un ipotetico viaggio in un non-luogo. Come suggerisce il nostro nome, la direzione di questo trip va ‘oltre la logica’, ed è ciò che la musica stessa spesso ci esprime tramite innumerevoli sensazioni. L’illogico, il gusto di saper osservare e di emozionarsi, di perdersi in un nulla.”

Dopo questo tipo di presentazione, era inevitabile rivolgere qualche domanda in più agli Overlogic. Ecco l’intervista.

Un nuovo progetto ma non il primo, per voi due. Raccontateci il vostro percorso

I nostri percorsi sono vicini quanto distanti. E’ dal primo anno delle superiori che ci dedichiamo alla musica, ormai è diventato pane quotidiano, dalle prime cover ai pezzi scritti insieme, ricordiamo ancora il primo lavoro di inediti strumentale con la nostra vecchia band di amici. Avevamo 16 anni e tanta voglia di esprimerci.

All’università ci siamo un po’ persi di vista, ma è stato un distacco costruttivo: siamo entrati in due gruppi musicali tuttora attivi nel panorama musicale: rispettivamente Emanuele negli Earthset e Francesco negli Union Drama. Non abbiamo mai smesso di girare per lo Stivale, Emanuele ha suonato persino a Londra.

Diciamo che questo duo è nato per… “esigenze personali”. Sentivamo il bisogno di tornare a suonare insieme. Praticamente, durante l’estate del 2014, una sera ci siamo messi a improvvisare, vedere quello che usciva fuori. Uscì un pezzo intero, e corrisponde a un brano dell’ep (indovinate voi qual è!). Dopo un po’ di tempo passato a organizzare le idee e a caratterizzare il progetto, adesso siamo più carichi che mai.

La musica è un’esperienza soggettiva. La scelta di non lasciare che sia il cantato a indirizzare le emozioni, ma senza voler essere elettronici a tutto tondo, è casuale o voluta?

Sì, ma fino a un certo punto. Indubbiamente una melodia strumentale può dire le stesse cose di una melodia vocale. Quando scriviamo non ci poniamo limiti di composizione, se una canzone per noi suona meglio senza voce allora è così che deve suonare. In un traccia dell’ep, al contrario di altre,  abbiamo deciso di dare più spazio al cantato costruendo un loop che seguisse la melodia della voce. Si tratta di Hello Pluton. Forse la più intima del disco.

Pensate che la musica “strumentale” possa essere definita anche “pop”?

Probabilmente lo è già. Il problema è che siamo in un periodo musicale dove regna la supremazia della voce. Però quando tentiamo di ricordare un brano pop oltre alla melodia vocale si finisce sempre a canticchiare la struttura strumentale del pezzo. Tra l’altro ci sono molti gruppi di musica strumentale a cui ci ispiriamo, pensate ai Digitalism. Non sappiamo se possono classificarsi come pop, ma loro sono famosi e fanno per lo più elettronica strumentale.

Overlogic: non è ancora tutto perduto

overlogic 3

Tenendo conto della situazione logistica dei club italiani, è più facile suonare in duo o con una full band?

Forse più che un problema di componenti è un problema di spettatori. Poco conta in quanti suoni, se un duo, in quattro, in dieci. C’è da dire che sia un locale sia una band hanno un pubblico limitato e questo purtroppo i gestori ne tengono conto. Poco importa che la musica sia bella, nuova o vecchia, basta che attiri pubblico. Tutto questo è abbastanza triste, ma le esperienze che abbiamo fatto nei live ci hanno dimostrato che se piaci la gente si ricorderà di te. Non è ancora tutto perduto.

L’elettronica ha preso piede nel nostro paese, ma i vostri riferimenti sono nostrani o esteri?

Nostrani ed esteri. Tra i capisaldi abbiamo i Chemical Brothers, gli M83, i Depeche Mode, i NIN e tanti altri.  Tra gli italiani è impossibile non citare i Subsonica e gli “internazionali” Planet Funk, ma un orecchio di riguardo l’abbiamo anche per il recentissimo Iosonouncane. Belle sonorità, la prova evidente che noi italiani sappiamo il fatto nostro.

Progetti futuri?

Suonare, suonare, suonare, nel tempo libero suonare. Stiamo preparando il  nostro tour per lo Stivale e non vediamo l’ora di annunciarvi le date. Per il resto suonare… l’abbiamo già detto?

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