Con l’uscita recente del singolo Magnitudo, i Passover, band proveniente da Novi Ligure, tiene viva la promozione dell’ultimo disco pubblicato, Il Lustro del Palazzo. Ci siamo fatti spiegare le loro canzoni, il loro approccio stoner e le loro ispirazioni in questa intervista.

E’ appena uscito il vostro video “Magnitudo”: potete spiegare le ragioni di denuncia alla base del video e anche i motivi della scelta della citazione di Gandhi che apre il video?

(Federico) Le nostre esperienze personali sono la base di Magnitudo, sia per il testo della canzone che soprattutto per il video. Volevamo raccontare a chi non vive nella nostra provincia quante situazioni di abuso ambientale sono perpetrate ogni giorno, ma volevamo soprattutto che molte persone che abitano in queste zone aprissero gli occhi nei confronti di situazioni ormai date per scontate.

La scelta della frase di Gandhi è stata molto semplice e quasi obbligata: tutte queste situazioni, nessuna esclusa, sono dirette conseguenze di scelte fatte per il guadagno di pochi, piuttosto che per la salute di tutti.

Il vostro ultimo disco è “Il lustro del palazzo”, uscito da qualche tempo, il primo realizzato nel “vostro” studio di registrazione: potete raccontare le sensazioni che hanno portato all’album?

(Daniele) Per registrare ‘Il Lustro del Palazzo‘ abbiamo deciso fin da subito di puntare sulla filosofia del DIY, per raccontare con il nostro lavoro tutto quello che rimane di solito nascosto nella creazione di un album. Pensiamo che questo stia alla base di quello che per noi significa poter suonare la propria musica liberamente. E’ sicuramente stata una sfida per noi, ma siamo molto orgogliosi del risultato finale.

Come nasce “Tenia”?

(Federico) ‘Tenia‘, come le altre canzoni dell’ep, è nata dalla nostra necessità di raccontare la realtà in cui viviamo.

Questa canzone in particolare si concentra sull’opportunismo dilagante nella nostra società, dove ormai l’aggettivo ‘intelligente’ è diventato sinonimo di ‘furbo’.

Passover: pieni di idee

Avete già in programma nuovi dischi e nuove uscite? Potete anticipare qualcosa?

(Giorgio) Nel 2016 registreremo nuovi pezzi nel nostro studio che usciranno nel corso dell’anno. L’unica cosa che per ora possiamo dirvi è che inseriremo sicuramente in questo lavoro ‘Purple Haze‘, la cover di Jimi Hendrix che abbiamo riarrangiato e registrato a luglio.

Abbiamo molto materiale e siamo pieni di idee, cercheremo ancora una volta di suonare questo disco live il più possibile.

Sicuramente dedicheremo ancora più attenzione ai testi, in Italiano, e alla linea vocale di ogni pezzo.

Potete raccontare la strumentazione principale che avete utilizzato per suonare in questo disco?

(Daniele)Sul disco abbiamo cercato di riportare i suoni nel modo più “vero” possibile, lo strumento portante, su cui dedichiamo sempre la maggior attenzione, è la batteria. Giorgio suona una Tamburo Formula con pelli sabbiate, i riferimenti vengono dal rock classico (cassa da 24’’, 1 tom e 2 timpani), per ricreare quel suono tipico anni ’70 (da John Bonham a Dave Grohl). Oltre ad i classici microfoni sui fusti abbiamo aggiunto un paio di microfoni per riprendere l’interazione della batteria con la stanza, ottenendo in questo modo ambiente e riverbero naturali.

In mix non ho aggiunto nessun campione, il lavoro principale è stato di “pulizia” (eliminando risonanze e code dei fusti) in modo da poter amalgamare ed ingrossare la batteria con diversi compressori. I riferimenti per il basso si riducono ad uno: Nick Oliveri.

Ico usa un Fender Precision, il segreto per ottenere queste sonorità sono un plettro, olio di gomito ed un ampli totalmente valvolare (Testata Ampeg SVT CL con cassa Fender 6×10).

Il suono che esce dalla cassa è stato ripreso con 2 microfoni e in mix non ho dovuto né comprimere né equalizzare, abbiamo scelto la strada del “nudo e crudo”

Anche per la chitarra abbiamo due grandi classici, Gibson Les Paul e Marshall Plexi (modificata a specifiche del ’69), tutte le ritmiche “distorte” sono l’ampli col volume al massimo spinto ulteriormente da un overdrive, i suoni più “puliti”, come per l’intro di Tenia, sono l’ampli con un clone del riverbero valvolare a molla Fender.

Gli assoli sono tutti con lo stesso setup delle ritmiche ad esclusione di quello di Elettrosantopertini dove ho usato una Fender Stratocaster del ’99. Per le voci di Ico abbiamo mantenuto la filosofia nudo e crudo, nessun intervento di autotune, oltre al classico microfono a condensatore ho usato un microfono a carbone (ricavato da una vecchia cornetta del telefono) ed un pre valvolare per avere un suono distorto in maniera naturale e molto lo-fi.

Solamente in Magnitudo e Sail abbiamo aggiunto un synth (MicroKorg), quasi esclusivamente come riempitivo alla linea di chitarra.

Tutti o quasi tutti gli effetti, overdrive e fuzz usati nel registrare questo album sono stati costruiti o modificati da me, sempre per rispecchiare quella filosofia del DIY che sta alla base del nostro lavoro.

Chi è o chi sono gli artisti indipendenti italiani che stimate di più in questo momento e perché?

(Giorgio) Abbiamo scelto 5 band che al momento pensiamo siano le migliori che lavorano a livello indipendente (o con etichette indipendenti) in Italia per motivi diversi.Primi su tutti i Bud Spencer Blues Exposion, con cui abbiamo avuto il piacere di suonare, ed è proprio live che fanno la differenza, hanno una sintonia sul palco incredibile, oltre a una strumentazione e una tecnica invidiabile.

Gli Zippo da Pescara ci sono sempre piaciuti, abbiamo suonato insieme un paio di volte. Sempre attenti ai suoni e alle liriche sanno creare in uno stesso pezzo diverse atmosfere incredibili. Per il lavoro che hanno fatto sull’ultimo album i Go!zilla, energia sul palco incredibile e, cosa importante, suonano tantissimo live. Per innovazione e sperimentazione ci sono sempre piaciuti i Valerian Swing e per lo stesso motivo, ma per genere diverso, i Fuzz Orchestra.