Si chiama Irene Brigitte, è appassionata di musica barocca e venerdì 3 luglio ha pubblicato un nuovo e atipico singolo estivo dal titolo Prio. Irene è nata a Trieste, ma il titolo del suo brano prende in prestito un termine squisitamente siciliano che indica “una sorta di allegria”.
Abbiamo scambiato qualche parola con questa singolare cantautrice per conoscerla meglio.
Partiamo da una piccola presentazione: chi è Irene Brigitte e a chi vuole parlare?
A volte mi sento un po’ fotografa, spesso le canzoni nascono da immagini che mi fanno letteralmente scattare la voglia di imprimerle in musica. Un po’ come quando si sceglie di direzionare il proprio sguardo al di là del vortice di stimoli che ci propinano, ed è con le persone che cercano questo tipo di attenzione che vorrei connettermi.
Quali sono state le tue maggiori influenze musicali?
Sono sempre stata abbastanza ondivaga, quindi è una domanda pericolosamente aperta. Mi ha sempre attratto la libertà formale nelle canzoni, quindi adoro gli autori che entrano ed escono dalla struttura, come Becca Stevens, Fiona Apple e Camille ad esempio. Forse è per questo che ho iniziato a studiare il barocco, di cui adoro particolarmente la sperimentazione del Seicento che è incarnata da Claudio Monteverdi ma anche da una compositrice e cantatrice come Barbara Strozzi.
Per i lettori che non masticano il siciliano: cos’è il “prio”?
È una sorta di allegria, di gioia. Il suono, così leggero, mi ha fatto immaginare quella felicità che si ha da bambini quando si salta sui materassi, e sembra quasi di volare. Poi cresci, ma ci sono incontri che fanno riemergere quella sensazione con un’intensità inaspettata e ci fanno perdere la testa. Sì, ci innamoriamo anche di quella irresistibile leggerezza.
Se dovessi descrivere il tuo progetto musicale con tre alcolici quali sceglieresti?
Un buon vino, Whiskey e Pelinkovac.