Isterica, “Pensieri parole opere omissioni”: la recensione

Uscirà fra pochi giorni, il 28 ottobre 2016, l’autoprodotto album d’esordio di Isterica. Trio composto da Vania Comignani, Gino Russo (già membro dei Fiftyniners) e Damiano Bosica (già Rockin’ Riot), la band pubblica Pensieri parole opere omissioni, affidandosi con fiducia alle linee sicure tracciate dal punk rock, con testi in italiano.
Isterica traccia per traccia
La prima canzone del disco è la rapidissima Barabba, con linee semplici e un’impronta punk rock molto visibile. L’impronta Prozac+ udibile nella prima traccia è slavata dalla seconda e molto più decisa e arrembante L’università, che mette in mostra i muscoli. “Papi mandami i soldi/che devo comprarmi la droga” è un ritornello di una certa qual efficacia.
Si corre veloce nel disco di Isterica, con il drumming e la chitarra che si prendono i propri spazi in Uomo. Il contenuto rovente del pezzo parla di violenza, e di violenza sulle donne in particolare, ma senza pensare nemmeno da lontano di mostrarsi arrendevole. Un buon riff pesante contraddistingue Nina, che abbassa leggermente il ritmo ma senza tirarsi indietro da un atteggiamento sempre faccia a faccia.
La soluzione rialza nettamente il ritmo, soprattutto grazie a una batteria in vena di follie fin dall’ingresso nel pezzo, in cui è fortissima l’influenza di CCCP/CSI. Ma se il pezzo precedente sembrava figlio di Ferretti, Maroccolo e compagni, Adrenalina ha una madre piuttosto nota che si chiama Giuni Russo e che la condivise con Donatella Rettore a metà anni Ottanta. La cover degli Isterica è sostanziosa ma anche piuttosto aderente al modello originale.
Cambio di atmosfera con Claudio, che passa alla voce maschile e a una certa impronta folk, almeno sulle prime. Un po’ di chitarra in stile southern rock apre le danze su Migranti, la cui tematica è piuttosto evidente. Si procede con Rive Gauche, rock accelerato con qualche tratto cupo, ma anche ad altro rischio di esplosione.
Eroi segna un passo pesante, rinunciando per una volta alla velocità esasperata, ma non agli alti volumi, per marcare il territorio con chitarre e drumming. Si torna al punk invece in chiusura, con Isterica, canzone omonima che segue stilemi precisi e ben riconoscibili.
Disco notevole, quello che fa registrare l’esordio di Isterica. Un punk senza compromessi, ricco di contenuti senza essere pedante, con testi pensati e giusti riferimenti al passato del genere, soprattutto italiano. Ma la band non mostra segni di nostalgia, preferendo fornire una forma del tutto personale e contemporanea ai rancori di oggi.
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