I John Qualcosa pubblicano il nuovo album Sopravvivere agli amanti. Per il duo formato da Ambra Marie e Raffaele D’Abrusco è l’album d’esordio, disponibile sulle piattaforme di streaminge negli store digitali. Totalmente autoprodotto, il debut album dei John Qualcosa vanta la collaborazione di Filippo Cornaglia (Niccolò Fabi, Bianco, Andrea Laszlo De Simone) alla batteria e alle percussioni. Sopravvivere agli amanti è titolo che omaggia il film Only Lovers Left Alive di Jim Jarmusch. Un cantautorato influenzato dalle radici, ma anche da paesi lontani.

Joan Qualcosa traccia per traccia

Si parla, e si mostrano, i denti in Sopravvivere agli amanti, canzone con una certa percentuale di dramma che apre il disco con percussioni muscolari e cori finali inquieti.

Viaggia in acustico ma non lesina in energia la tagliente 15 Million Merits, cantata in italiano a dispetto del titolo, con una certa rabbia.

Percussioni profonde e un’aria tranquilla quella che si riscontra ne Il ladro e la strega, cantata al maschile sulle prime, in quello che diventa un dialogo che sa di antico.

Il pianoforte apre Sfacelo azzurro, che ha accenni lirici e un certo morbido pathos, accentuato anche dagli archi. Un po’ più leggera l’aria de La mia Amsterdam, tra biciclette, voci di strada e progetti di vita.

Ma l’umore si fa di nuovo plumbeo quando si affrontano Questioni irrisolte, corroborate da arricciamenti elettronici. Ma la canzone si spacca in due, con una seconda ondata sonora forte e intensa.

Brani a richiesta in Una canzone quasi felice, che a proprio modo è un pezzo estivo, in nome di una fuga che però è più suggerita che possibile.

Un secolo di polvere si muove fra gli accumuli con il pianoforte e un forte senso di dramma. Quando entra la voce maschile il pathos si alza ulteriormente, anche per l’uso dei cori, in quella che sembra quasi una piccola pièce teatrale. “Io penso che i ricordi sono le favole degli illusi”.

Si chiude con un po’ di riverberi all’interno di Una canzone dei Doors, anch’essa incentrata sulle memorie, anche su quelle mancate, e sulla felicità che è scappata. “I love you the best/better than all the rest”.

C’è molta voglia di raccontare all’interno del disco dei John Qualcosa. E c’è anche una certa abilità nel mettere in pratica l’intento, pescando dai suoni del rock, del pop e del cantautorato, scegliendo con cura gli attrezzi e riempiendoli di senso.

Genere: rock alternative

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