Jonathan Bidzogo è un giovane cantautore della provincia di Lodi. L’artista ha iniziato ad appassionarsi di musica già a 8 anni, e nel coro della cattedrale della propria cittadina ha affiancato il canto con lo studio del violino, e successivamente a 11 anni quello della chitarra.
Iscritto al conservatorio di Piacenza, non ha concluso l’iter classico dedicandosi poi agli studi universitari. Nel frattempo ha continuato a suonare con i Tes, band incentrata sul cantautorato italiano (Tenco, De Andrè, Gaetano, Silvestri/Gazzè/Fabi) e al rock. Dal 2017 ha iniziato a produrre la propria musica registrando a fine 2018 il suo primo disco Il mio mondo è tutto.
Jonathan Bidzogo traccia per traccia
Si parte da 22 anni e 9 mesi, con un giro di chitarra lento ma presto sorretto dagli archi. L’atteggiamento è quello di chi entra in punta di piedi nell’album.
Atmosfere oniriche e ricordi d’infanzia abbondano all’interno di una dolce e malinconica, e quasi recitata, Casa nostra casa sua.
Alza un po’ la voce, ma non in modo provocatorio, Felicità è guardarsi dentro. Il giro è morbido, la tensione sfumata.
C’è il pianoforte e c’è un andamento morbido e avvolgente a caratterizzare I miei occhi io. Altrettanta dolcezza, ma avvolta intorno alla chitarra classica, si legge in LV.
Passo lungo e atteggiamento decisamente narrativo per La storia, altro brano dai toni soft. Si va sul classico con Omaggio al vento, sollevata dagli archi.
Si parla di guerra e della sua percezione da lontano in Omar, sostanzialmente spaccata in due, con effetti drammatici notevoli.
Povera strada chiude l’album, una canzone quasi camminata, oscura nei colori e appesantita nei toni.
Non dispiacerebbe ascoltare Jonathan Bidzogo qui e là più spettinato, più accelerato, forse più coraggioso, perché le qualità di scrittura e vocali ci sono tutte. Ma rimanendo nel proprio ambito, il cantautore lombardo confeziona un esordio molto interessante.