Killing Cartisano Vol. 1, su etichetta Broken Toys/Cargo Records UK/ Goodfellas, è il nuovo album di Roberta Cartisano con il proprio nuovo moniker.
Folk-rock psichedelico, pop orchestrale, funk cinematico e trip-hop in un disco prodotto a San Francisco dalla stessa Roberta insieme al produttore della Bay Area George S. Rosenthal, il nuovo lavoro sotto KC è un ibrido tra le radici musicali di Roberta e una band tutta made in San Francisco.
Killing Cartisano traccia per traccia
Sapori folk e una certa determinazione sono ciò che contraddistingue Trust your son, brano d’apertura del disco, che guadagna spunto e rabbia con il procedere delle battute.
Un battito e un giro di chitarra classica costituiscono l’incipit di Let Me Go, presentata come singolo, capace di consegnare all’ascoltatore un po’ di malinconia che cresce in contemporanea a suoni e ritmi del brano.
C’è senso del dramma e pathos in una Milkshake che accoglie archi e una chitarra elettrica capace di una certa sofferenza.
Più moderate le emozioni di Sky Stolen, almeno all’inizio. Ma come spesso nelle canzoni di questo disco, l’impressione iniziale è destinata a variare, e così il volume di una composizione aspra e dura, almeno quanto la voce di Roberta, nella fattispecie.
Time Never Dies si colloca al centro dell’album e lascia spazio a sentimenti profondi e intimi, accompagnati da suoni allungati e piuttosto languidi.
Si riprende energia (sarà l’alcol) con The Drunk Man, acidina e ritmata. La seguente Hysterical Ladies non è molto isterica ma sicuramente nervosetta, soprattutto in virtù della sezione ritmica.
Out of the Box apre a cappella, per poi fare spazio al pianoforte, che si muove con dolcezza su un brano fluido e triste.
Congedo finale con Thanks for coming, che ha qualche tratto brechtiano sciolto in malinconie contemporanee.
Disco articolato, dai molti sapori, ben eseguito e di qualità per l’esordio del nuovo progetto Killing Cartisano. I sapori della Baia si avvertono, ma si sente soprattutto la sostanza di una scrittura forte e consapevole.