Esce Kolé, il disco omonimo di debutto dell’artista di Roma. Dopo l’esordio con Your Mouth, e il successivo singolo Red Fruits torna l’atipica cantautrice romana classe 1993 che si lascia influenzare da Radiohead e Portishead, Moltheni e Afterhours, ma anche da Quantic Soul Orchestra e Fela Kuti. Kolé è il suo disco di debutto.
“La musica mi accompagna da sempre, non ho mai pensato fosse qualcosa di diverso dalla mia esistenza o un fatto ancillare, da apprendere. Lo scorso giugno mi sono laureata in magistrale in filosofia, mia altra stella polare. Grazie alla storia della filosofia e della musica medievale ho approfondito alcuni aspetti della musica bizantina antica e del canto gregoriano (ascolti: Marcel Pérès, e riproposizioni composizioni di Ildegarda di Bingen) ereditando soprattutto il gusto per l’armonizzazione delle voci“. (Kolé)
Kolé traccia per traccia
Con forti sentori di trip hop e di campi contigui, Your Mouth apre l’ep con dolcezza estrema, allargandosi piano piano e aggiungendo ritmo e un po’ di potenza.
Più rilassata, ma con momenti particolarmente concentrati, All the things, che si solleva con cori e organi (o simili) a suggerire un’atmosfera quasi spirituale.
Più terreni, ma senza eccedere, i ritmi e le movenze, piuttosto danzate e quasi tribali, che regala Pink Leaves. C’è invece un’aura vintage in Red Fruits, chiaramente ispirata alle dive del jazz e del blues, ma senza patine di polvere e di antichità.
Si chiude compilando The List, più vicina all’r&b e al funk, per un congedo decisamente in stile.
Proposta convinta e convincente quella di Kolé, che non si limita a esplorare generi, ma li fa suoi proponendo una personalità e uno stile che non sembrano secondari. Questo assaggio di musica fa supporre ulteriori esplorazioni, anche perché il talento della ragazza sembra più portato all’lp “come una volta” che alla pletora di singoli alla moda di oggi. Attendiamo fiduciosi.
Genere musicale: trip hop, soul
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