Go Go Diva è il titolo del nuovo album di inediti de La rappresentante di lista, il progetto composto da Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina. Il disco è pubblicato da Woodworm Label/distr. Artist First.
Il disco è stato anticipato dal singolo e video “Questo Corpo”. Con la scrittura di questo terzo disco in studio, LRDL prosegue la ricerca avviata con (Per la) Via di Casa e Bu Bu Sad: l’analisi delle contraddizioni, dei sogni, delle paure, delle fragilità, sfocia in un racconto che ha come punto focale la complessità delle relazioni umane.
La rappresentante di lista traccia per traccia
Si parte proprio da Questo corpo, presentata come primo singolo probabilmente per alcune caratteristiche synth che la avvicinano musicalmente alla produzione contemporanea, ma con dinamiche dolorose e profonde.
E tuttavia il processo di affiancamento prosegue con Ti amo (nanana) che parte a loop, sulla reciprocità del sentimento.
Maledetta tenerezza sa anch’essa di probabile singolo, e il bagno nelle acque dell’itpop prosegue, questa volta aggiungendo armonie vocali (e qualche “ehehehehe/ahahahaha”).
Con Alibi si aggiunge un po’ di pepe all’assunto: la canzone emerge come una fra le più aggressive e anche parzialmente acide del disco.
Tutt’altre idee quelle di Giovane femmina, che apre morbida e acustica, con qualche pensiero un po’ in stile Consoli, aprendo poi in modo soffice anche ad altre opzioni sonore ma mantenendo la malinconia al centro del brano.
Anche Guarda come sono diventata accenna a tristezze, ma con un atteggiamento chiaramente battagliero e piuttosto risentito, su un tappeto ritmico molto popolato e vivo.
The Bomba esce dai profili più intimi in modo molto deciso e dissonante, facendo riferimento più diretto al sottobosco di idee che era più comune nei primi dischi della band.
Con Panico la voce si riabbassa, i suoni si fanno acustici, entrano gli archi, ma le idee sono chiaramente straniate, amore e guerra si guardano in faccia in uno dei brani più originali e significativi dell’album.
Poveri noi è meno drammatica ma non per questo meno suscettibile di emozioni, con i suoni sintetici che tornano padroni del campo.
Il pianoforte ci accompagna all’interno di Gloria, che poi si anima di battiti quasi dance.
Chiusura invece (davvero) morbida con Woow, altro brano in cui comunque si indovina un’evoluzione, melodica e quasi orchestrale, per quello che è il pezzo più “tradizionale” del disco.
Si potrebbe indicare questo come il disco della svolta pop de La rappresentante di lista, visto l’alto tasso di canzoni collocabili in questo ambito che vi si trova. E non sarebbe sbagliato. La verità è però probabilmente che il duo ha deciso di dare spazio a tutte le proprie sfaccettature e, a quanto pare, ha fatto molto bene.