Ormai uno dei nomi consolidati del punk-rock italiano, i Polar for the Masses tornano con un nuovo disco dal titolo forse un po’ timido e poco esplicito: #UnaGiornataDiMerda.
E il titolo è come il disco: attento alla contemporaneità (vedi l’hashtag) e piuttosto propenso allo scontro frontale. La band ha cambiato formazione e ha accolto Alessandro Lupatin alla batteria.
E si parte subito con il nuovo batterista che picchia forte su Il Meccanismo, in cui l’approccio è vicino all’hardcore. Poi si rallenta leggermente il ritmo ma senza abbassare la guardia: sarà così per tutta la durata del disco.
A seguire Cervelli in fuga, veloce e molto tirata, si configura come uno dei pezzi più punk e probabilmente più adatti a esaltare il pubblico durante i concerti.
La title track Una Giornata di Merda è articolata su cambi di ritmo e incisi ripetuti, in una struttura rock accelerata ma non spinti al parossismo.
Già un altro tipo di energia, anche oscura, anima La provincia, ritratto piuttosto accurato della vita lontano dalle grandi città, all’interno di ondate di dark wave.
Meno acida Quello che avevi, che non abbassa la velocità ma spegne un po’ il furore dei primi brani. La seguente Stronzi assomiglia a un divertissement in salsa punk, pur non privo di spunti di interesse e di polemica, tipo contro i cantautori.
Dentro il progresso riprende la corsa con la batteria che pesta come d’abitudine e con qualche dissonanza di chitarra a rendere più inquieto il discorso.
Mi hanno ucciso gioca con i ritmi e modella un suono leggermente differente dalle altre tracce, senza comunque uscire dall’ombra del monolite punk-rock.
Non hai tempo prova ulteriormente a mescolare le carte con ritmi e suoni, mentre L’allegra ballata degli zombie abbassa il ritmo ma non il volume (è un’allegra ballata, dopotutto) e chiude l’album su una nota sardonica.
Il disco è, come si dice in questi casi, compatto, molto solido e con radici profonde piantate nel terreno. L’attitudine rude e robusta è coniugata in modi diversi durante l’arco del disco, senza perdere tuttavia di coerenza.
Ed ecco un assaggio dell’album, con La provincia e Il Meccanismo:
[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=kItyMjQOdms] [youtube=http://www.youtube.com/watch?v=S7t1EF9EPmQ]