Quando un’artista arriva al quinto disco porta con sé una serie di aspettative e preconcetti difficili da scalfire. Se poi lo fa rivoluzionando completamente il proprio look, tanto da diventare “un’altra persona” come le è stato spesso detto (e non sempre in toni gentili), la quota polemica è assicurata e servita su un piatto d’argento. 

A tutto questo clamore, però, Claudia Lagona, in arte Levante, ha deciso di sfuggire: dopo un parto, un cambio di colore di capelli e una nuova essenza dentro e fuori dal corpo, ha deciso di lasciar parlare chi non ha di meglio da dire se non critiche poco costruttive e di portare avanti la sua musica, le sue fragilità e le sue insicurezze, rendendole affidabili e robuste tanto da convincere anche chi le ha create di poterne fare nuove basi, nuovi punti di partenza.

Ha partecipato alla 73esima edizione del Festival di Sanremo Claudia, con un brano legato alla maternità, alla condizione post partum che interessa tante, tantissime donne, al desiderio di riprendere ciò che è stato necessariamente messo da parte per lasciar nuovo spazio a qualcosa che prima non c’era, forse neanche tra i pensieri ed è diventato presenza concreta, con pianti e sorrisi e tutta la confusione che comporta. 

Ha cantato con la solita carica, forse non uno dei suoi pezzi migliori a detta di tutti, ma sicuramente un pezzo che fotografa un momento e che, anche solo per questo, vale la pena non confrontare con quanto è già passato. L’invito di Opera Futura, questo il titolo dell’album, è proprio quello di guardare oltre, andare avanti, con il cuore e il corpo pieni di ciò che in questo preciso momento sentiamo, proviamo, respiriamo. Siamo. 

Levante traccia per traccia

Chi di noi due /  Chi di noi per primo la smetterà di prendersi gioco di me?

Ogni rinascita passa inevitabilmente da una battaglia, interiore o esteriore che sia. Con Invincibile vengono messi in luce i soliti casini che tra due persone riescono a formarsi, sempre diversi tra loro pur somigliandosi sempre, soprattutto se visti da lontano. Amori malati, storti, sgraziati, che provano a tenere insieme i cocci di ego feriti e di orgogli inutilmente baldanzosi si attorcigliano su un ritmo che cresce insieme alla voce, insieme alla paura e alla consapevolezza. 

Addio
A tutti i “dovrei”
A tutti i “se poi”
A tutti i miei “Perché?”

Quello che sembra il battito di un minuscolo cuore attraverso un ecografo scandisce il tempo di Vivo, un atto magico dovuto a se stessa in primis e poi regalato a chi come lei si trova a vivere i cambiamenti del corpo e dell’animo. Nessuno dovrebbe permettersi di giudicare uno stato d’animo prezioso come quello di una maternità, ma tante donne dovrebbero poter raccontare il proprio cambiamento con la stessa tranquillità con cui Claudia ha raccontato il proprio. 

Nessun buon consiglio per smettere di tormentarmi / non prendo più sonno, potessi mi cucirei gli occhi

È sempre cosa buona e giusta prendere un po’ a cazzotti il cuore ripensando a qualche storia andata male, in qualche modo fa sentire il nostro dolore un po’ meno stupido se condiviso, se cantato in una canzone. Per lo scopo, Mi manchi è perfetta: dolore che sa nuotare anche in mezzo all’alcol, colori che non si riescono a lasciar andare mentre il grigio sembra voler inghiottire quel poco che ancora è rimasto, tra notti insonni e spunte blu di Whatsapp che non mentono mai. 

Dico che parli a sproposito, che bel difetto / se il tuo parere non viene richiesto / il silenzio è una prova di abilità

Ogni tanto Levante appoggia il cuore dell’amore romantico in un angolo e inizia a parlare con quello del senso civico. Fa male qui racconta principalmente di passi politici che causano lividi, di offese, di mondo libero e di capacità di smettere di parlare sempre e comunque di qualsiasi argomento, spesso e volentieri a sproposito. Una stoccata, non troppo velata, nei confronti di una classe politica che non sembra riuscire a empatizzare, a provare a sospendere i giudizi prima di sparare sentenze. Un pezzo all’apparenza divertente, non troppo impegnato ma con il giusto livello di fastidio finale, un po’ come guardi qualcosa fuori posto, un quadro storto, e vieni colto da una irrefrenabile voglia di raddrizzarlo. 

Quando ho deciso di distrarmi dalla marcia dei miei passi / ho preso fuoco in uno sguardo

Riprendiamo in mano la situazione e buttiamo di nuovo all’aria il cuore: un incontro in metropolitana, un po’ di citazioni del precedente repertorio, la rabbia che fa dire addio e poi si calma e restano ricordi e affetto, tra terapia e posti giusti trovati a fatica. Si intitola semplicemente Metro, semplicemente racconta della fine di una storia e del ritrovarsi per caso sui vagoni di treno, tra la confusione e la valanga di ciò che è stato che prova a travolgere. 

Mi muovo dentro lo spazio senza tempo io ballo / Non ho tempo ma ballo / Balla, ballerina

Quando la musica è forte fa sparire la notte canta levante nella sua Leggera, una sorta di liberazione messa sotto forma di canzone, liberatoria e liberata. Un ritornello cantato con voce chiara, pulita e determinata a salire, a urlare quello che prova, la sua voglia di sentirsi viva. 

Che il tuo presente ora è il tempo in cui riesco a stare / E ho dato un nome alla fortuna di potere amare / E adesso so cantare

Alma Futura è il nome che Levante ha scelto di dare alla sua bimba. Alma Futura è il titolo della canzone dedicata a lei. Tante sono le parole e le note spese per chi è stato messo al mondo, ognuna declinata seguendo la percezione dell’artista in questione, il suo sentire, il suo essere. Nel brano che ha scelto di scrivere Claudia ci sono poche parole, una sorta di ritorno alla vita, una magia che ho tolto il superfluo e lasciato l’essenziale. Tenera, personale.

Del femminismo ho già parlato/ Crisi climatica a domani /  Dei tuoi diritti non so niente / Ma mi esprimo facilmente per sembrare un po’ più umano

Capitale, mio Capitale torna a toccare temi sociali, questa volta toccando non proprio pianissimo il mondo di influencer e star del web che provano a capitalizzare ogni singolo argomento decidano di affrontare sui propri canali. Numeri del bluff, chiacchiere che portano sempre in tasca qualcosa, tra l’indifferenza di alcuni e la presa di coscienza di altri. 

Iride, dimmi adesso cosa c’è
Oltre il nero dei miei occhi?
Sai tornare indietro se ti perdi?
Iride, quanto buio dentro me
Ho provato a spaventarti
Hai sorriso in faccia ai miei fantasmi

Levante ha deciso di lasciare per ultima quella che è, per chi scrive, la traccia più emozionante. Iride blu e Cuore liquido c’è lo stupore di essere amati nonostante i propri limiti e difetti, c’è la scoperta di non essere solo l’involucro stanco che ci si sente. In punta di pianoforte i mostri vengono messi a tacere, una volta per tutte magari, scaldandosi tra le braccia di chi non vuole andarsene, e che tu non vuoi mandar via. 

Levante da sempre porta sangue, lacrime e cuore dentro i suoi pezzi, spesso cercando vie inaccessibili, spesso puntando su quelli che sono sentimenti comuni ma trasformandoli in qualcosa di eccezionalmente personale. Opera Futura non è da meno. Con buona pace di chi non riesce a lasciar fluire.

Genere musicale: cantautrice

Pagina Instagram Levante

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