La band si chiama Irma non esiste e ha pubblicato un ep dal titolo Alices Farben in cui trovano posto il folk, il rock, le ballate, le emozioni e il movimento (qui la recensione). Li abbiamo intervistati ed ecco le loro risposte.
Mi potete raccontare la vostra storia e la “ripartenza”, dopo varie esperienze passate, sotto il nome di Irma Non Esiste?
Irma non esiste nasce dalla voglia di lasciare un certo tipo di musica (il rock che aveva caratterizzato i gruppi di provenienza del quartetto fondatore) per abbracciare uno stile indie folk più intimista, che più si addice alla sensibilità degli strumenti coinvolti.
Irma nasce con due chitarre, due voci e il pianoforte. In una fortunata sera in saletta Irma s’imbatte nello splendido Christian e nel suo fatato fiato e il suono si addolcisce ulteriormente, ma nei live si evidenzia la mancanza di una parte ritmica.
In un lampo di gioia, un colpo di fulmine ecco che la sorte ci porta Dario, batterista delicato e avvezzo alle sonorità irmiche, il suono si struttura e una chitarra si trasforma con naturalezza in basso.
A questo punto un pallino di Giorgio (condiviso da tutti) riaffiora… un arco che dia colore, sussurri, estasi, empatia. Una corte lunga e serrata ci porta Alice (splendida, amorevole e leggiadra creatura) e il suo violino e subito si ha l’impressione di aver raggiunto l’obbiettivo.
Qual è stata l’atmosfera che ha accompagnato la realizzazione di questo ep? Si tratta di canzoni realizzate ad hoc oppure su cui stavate già lavorando in passato?
L’atmosfera che si respira in saletta è di quelle da colpo apoplettico, volumi alti e alcool a fiumi! Nel primo ep (Ballate per Astemi), c’è qualche pezzo che pare incompiuto, la scelta di rinunciare alla sezione ritmica non ci appartiene più, ora invece il prodotto è “made in Irma”, le canzoni, che produciamo continuamente si trasformano da crisalidi a volte in farfalle e altre volte in falene.
Mi sembra che alla base dei quattro pezzi ci sia una ricerca molto attenta di equilibrio: se dovessi indicare qual è lo strumento “prevalente”, onestamente sarei in difficoltà…
Il lavoro di ricerca dell’equilibrio appartiene alla gioia, davvero gioia, di trovarsi insieme a dare spazio a un violino prima, un sax poi, due voci molto importanti, una chitarra mai banale, un basso che va oltre il suo ruolo strutturale ma senza abbandonarlo.
L’equilibrio, quindi il filtro, il cesello, è qualcosa che necessariamente deve intromettersi, ma la fonte principale e lo spirito del gruppo è l’istinto, la pancia, i piedi, il sudore felice di essere Irma.
“Autunno” sarà accompagnato da un video piuttosto particolare: mi potete accennare qualcosa riguardo all’idea e alla realizzazione?
In molti casi i video vengono pensati per adattarsi alla musica, in questo caso ci siamo imbattuti nel bellissimo cortometraggio di un giovane regista argentino (C.Lascano), lo abbiamo adattato alla musica di Autunno e ce ne siamo innamorati.
Per l’utilizzo abbiamo poi contattato con non poche difficoltà il regista, impegnatissimo con la pubblicazione del suo nuovo cortometraggio, Lila.
Abbiamo diverse idee per i prossimi video, interamente prodotti da noi, a breve i primi ciak!