Stefano Gargiulo è un compositore di colonne sonore con molto talento e una netta propensione per il fantasy. Condividono questa opinione anche i giurati degli LA Music Awards che lo hanno premiato per il suo Netherworld, nominandolo Best Instrumental Album of The Year, miglior album strumentale dell’anno. Abbiamo rivolto qualche domanda a Stefano.
Sei partito come autodidatta e ti sei trovato a ritirare un premio prestigiosissimo a Los Angeles: puoi raccontarci qualcosa della tua storia?
Ma certo… La mia strada per le colonne sonore in realtà è nata circa 3 anni fa. Grazie all’animazione conobbi due splendide persone Agostino e Maddalena.
Loro mi hanno dato l’opportunità di dimostrarmi e fare il passo verso nuovi orizzonti musicali. Così da lasciare l’idea dei gruppi per cimentarmi nella composizione di musica classica contemporanea.
Così scrissi il mio primo lavoro musicale, La Crisalide e la Farfalla uno spettacolo teatrale Andos Torino. Da lì ho incominciato a conoscere tante persone, nel campo del cinema e dei videogames (produzioni indipendenti).
Ho sempre cercato di mettermi in discussione, e ho imparato a dire “si può fare!” (mi rammenta Gene Wilder in Frankenstein Junior) in qualunque occasione.
Ho fame di crescere, apprendere e imparare. Ho perso troppi anni della mia vita, inseguendo una strada (forse più sicura) ma che non faceva per me…
Parlo dell’università di Psicologia (che poi ho lasciato dopo circa 5-6 anni). Io vivo la musica in maniera autodidattica, compro qualsiasi strumento che mi affascina, e cerco di viverlo.
La mia forza sta nel non arrendermi mai. E come un cuore che pulsa.. finché c’è, io vivo. Ma non vi nascondo che da qualche tempo, stò studiando musica!
Vincere il premio per il miglior album strumentale ai Los Angeles Music Awards è un traguardo incredibile: puoi raccontarci qualcosa della serata della premiazione?
E’ un qualcosa che non ti aspetti…come quando ascolti ai notiziari di terremoti, e pensi “è lontano da me non può accadere qui”… ma sappiamo benissimo che abbiamo la stessa possibilità di altri.
Così anche il LA Music Awards, non pensavo, che io, un figlio di Napoli, del quartiere di Capodimonte, sconosciuto dalla mia stessa città, potessi andare a Hollywood è vincere.
Posso solo dirvi, che avevo sotto al camicia la maglia del SSC Napoli. E tanta ma tanta vergogna. E’ un emozione davvero che non puoi descrivere.
Ero lì tra i pezzi da novanta del panorama americano.
Tra i tuoi “numi tutelari” citi tre giganti assoluti delle colonne sonore come Morricone, Danny Elfman e John Williams. Ascolti e ti ispiri anche ad altri generi musicali e se sì, quali?
Certo adoro Yann Tiersen, Jeremy Soule, Mozart, Vivaldi, Enzo Avitabile, Eugenio Bennato, Nccp. Mi ispiro, ma non mi ispiro. Cioè ascolto e vivo la loro musica, poi tutto quello che nasce dalle mie note è succo di un insieme di ispirazioni, ma di sensazioni sopratutto.
La musica è fatta di sensazioni, musica vuol dire essere liberi. Certo Morricone, Elfman e Williams sono i miei tre pilastri.
Puoi raccontarci qualcosa della genesi di “Netherworld”, che ti ha consentito di aggiudicarti il premio?
Come disse uno speaker di CRC, “E’ sempre una donna che provoca quella sofferenza giusta, da comporre melodie vincenti”. Mandai il brano “Lilith’s Song” (dedicato alla mia compagna) all’evento, dopo qualche tempo mi risposero che avevo avuto la nomination ma avendo partecipato alla categoria Instrumental Album, dovevo scrivere altri brani.
In contemporanea stavo lavorando a un progetto della Footprintgame (Team di Videogame) dove i disegni del gioco (dall’omonimo titolo) avevano quello stampo, “Timburtoniano”.
Siamo a cavallo dissi. Lilith’s Song rispecchia quel mood musicale, Il Los Angeles Music Awards ha accettato la mia candidatura… Due piccioni con una fava..
Così mandai i restanti brani orchestrali (che verrano poi utilizzati nel videogame Netherworld) in America. Il resto lo conoscete.
Nella musica di “Netherworld” ci sono caratteristiche “fiabesche” piuttosto spiccate: è dovuto al soggetto della colonna sonora oppure è una tua caratteristica?
Fondamentalmente è una mia caratteristica. Adoro il fantasy, ho giocato per anni a Dungeons & Dragons, Magic, gioco attualmente a Skyrim, Fable. Ho vissuto l’intera adolescenza con la saga di Final Fantasy.
Quindi sì è una caratteristica che ho appreso, scelto e vissuto nel tempo. Ma come compositore devo saper spaziare su ogni tipo di musica, senza pormi mai limiti.
Se molti lettori possono aver presente come si compone una canzone o un Lp intero, l’esperienza di composizione di una colonna sonora è sicuramente più singolare. Hai un metodo di lavoro fisso e se sì ce ne puoi descrivere qualche passaggio significativo?
Ragazzi, purtroppo vivendo circa il 99,9% della mia musica in maniera autodidatta, non ho un metodo fisso, vado a sensazioni, libertà…. mi muovo con le note e mi lascio trascinare da loro.
Sul serio non ho una metodica, non so nemmeno se esiste. Quindi posso dire per chi magari ha avuto il coraggio di leggere TUTTO IL PAPIELLO (ahahah) la musica così come tutte le arti è fonte di libertà. Lasciatevi trasportare.