The Elements: ovvero la voglia di suonare del buon rock, robusto e con solidi radici nel passato, ma senza trascurare quello che ti succede intorno.  Il loro esordio si chiama Mr. Orange e ce lo hanno raccontato attraverso questa intervista.

Siete nati nel 2008 e il disco d’esordio arriva ora: potete raccontarmi che cosa è successo nel frattempo e come è cresciuta la band in questi anni?

(Andrea) Sì, effettivamente la formazione iniziale ha cominciato a suonare insieme le prime note a giugno del 2008. Come fisiologicamente accade per tutte le band, inizialmente si è iniziato a reinterpretare insieme un vasto repertorio di cover per conoscersi musicalmente e iniziare ad esibirsi live.

Durante il primo anno e mezzo abbiamo composto sei canzoni che sono confluite nel primo ep del 2010, dal titolo ”Experiment One”, la cui uscita ci ha permesso di sgomitare anche in quei locali che (per fortuna) chiedono alle band di esibirsi con propri brani inediti.

Ovviamente nel frattempo abbiamo continuato a scrivere e arrangiare nuovi pezzi nell’ottica di far uscire il prima possibile il primo album ma, tra un rinvio e l’altro dovuto a un paio di cambi di formazione e coordinamenti tecnici necessari per organizzare al meglio l’uscita del disco, eccoci qua ad aprile 2014.

Ormai le band con due chitarre e basso sono una rarità: vorrei sapere se vi siete trovati a suonare in questa formazione oppure se avete deciso progettualmente fin dall’inizio una formazione di questo tipo.

(Stefano) La band in origine nasce a quattro elementi con una sola chitarra, integrata poi con un’altra in aggiunta. Tra le nostre band preferite ce ne sono parecchie con due chitarre in formazione.

Potevamo continuare a rimanere con una formazione “ufficiale” a una chitarra e integrarne un’altra solo in ambito live come tante band fanno ora, ma questa idea non ci è garbata molto.

Ci piace il sound a due chitarre e ci piace l’idea della band come se fosse una piccola famiglia: suoni con noi? Allora sei uno di noi, ed è così che Matteo è entrato ufficialmente nei The Elements nel giugno del 2013.

Mi descrivete come avete assemblato il materiale per il disco? Sono canzoni che avevate nel cassetto da tempo oppure che avete composto di recente?

(Giancarlo) Siamo entrati in studio con le idee abbastanza chiare e la quasi totalità dei brani già scritti, in realtà poi abbiamo lavorato moltissimo sugli arrangiamenti e su alcuni testi.

Con l’aiuto del nostro produttore siamo riusciti a perfezionare alcune parti che non rendevano al meglio e ad alzare notevolmente la qualità dell’intero lavoro.

La pre produzione in studio è stato un momento fondamentale per noi perchè ci ha permesso di arrivare alla fase di registrazione con tutto il materiale definito e confezionato.

Per quanto riguarda la title track invece è stato quasi un miracolo, Mister Orange è nata in studio da un riff di chitarra, inizialmente non avevamo intenzione di inserirla nell’album, oggi a tutti gli effetti, rappresenta uno dei brani più potenti e interessanti di tutto il disco, ha dato il titolo all’album ed è stata scelta come primo singolo di lancio accompagnata dal nostro primo video ufficiale.

Ho trovato “Get drunk in the UK” una delle canzoni più curiose del disco: come nasce e di che parla?

(Marcello) Get drunk in the U.K. è una canzone che nasce un po’ a caso, e come dice anche Dave Grohl, spesso le canzoni nate in questo modo risultano poi essere quelle riuscite meglio.

Dal riff di chitarra movimentato e spensierato abbiamo pensato che anche il pezzo avrebbe dovuto nel complesso racchiudere in sé questi due aggettivi: difatti il brano parla di un dialogo frenetico tra un ragazzo che, senza sapere perché, si sveglia ubriaco nel Regno Unito, che non riesce a sentire nient’altro che l’odore del suo vomito e dice di credere in un Santo che a sua volta crede in lui, e un altro personaggio che, presentatosi nudo davanti al protagonista del pezzo, invece lo invoglia a bere ancora.

Una curiosità: ho avvertito numerose influenze nelle vostre canzoni, ma secondo me i vostri chitarristi apprezzano, fra gli altri, gli Iron Maiden. Sbagliato di molto? Altre preferenze musicali?

(Matteo) I chitarristi apprezzano sempre i riferimenti ai grandi pilastri della storia del rock!  Quello che ascoltiamo, le nostre influenze musicali, finisce tutto in un grande contenitore immaginario che puoi chiamare “ispirazione,conoscenza”.

Ciò che poi ognuno di noi pesca , spesso inconsciamente, da questo contenitore e mescola con il materiale degli altri  è utile a raggiungere un obiettivo finale tramite lo stesso filo logico,che siano gli Iron o altra band, ben venga!

Possiamo dire, comunque, che gli Iron non sono tra i primi posti nelle nostre playlist preferite. Certo anche non possiamo negare che magari lo possono essere stati in un lontano passato.

Tra le nostre maggiori influenze abbiamo i Foo Fighters, Audioslave, Pearl Jam, Biffy clyro, Metallica, Led Zeppelin… e davvero molte altre.

Mi sembra evidente che per una band come la vostra la dimensione live sia la più congeniale. Che cosa si deve aspettare chi viene ai vostri concerti?

(Stefano) Sesso Droga e Rock n Roll :D
Sul palco ci sentiamo davvero a casa, diamo sempre il massimo e ci divertiamo come matti, spesso questa nostra energia la riusciamo a trasmettere ed è davvero gratificante!!

Cosa ci si deve aspettare ad un nostro live? Nessuna aspettativa, venite, godetevelo e vivetevelo al massimo, non ve ne pentirete.

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