Dopo l’esordio omonimo nel 2018, i Loren tornano sulle scene con il nuovo album Uniti, in uscita per Garrincha Dischi nelle speciali versioni in cd e in vinile colorato bianco, anticipato dai singoli “Uniti”, “Stendhal”, “Viva La Paura”, “Centomilascuse” e “Buio”, è un album esplosivo, dirompente e pieno di vita, che inneggia alla musica come veicolo di aggregazione restituendo importanza a tutto ciò che ci unisce e ci rende unici, umani.
Registrato da Alex Marton presso il Firstline Studio di Follonica (GR), il Donkey Studio di Medicina (BO) e il Monkey Dive Studio di Firenze, questo lavoro esplora molteplici generi musicali e ospita numerose collaborazioni artistiche, a partire da quelle con Nicola Manzan (Bologna Violenta), con il coro gospel Vocal Blue Trains e con la Galantara Marching Band.
Loren traccia per traccia
Un po’ di falsetto, molto pop e un pizzico di indie residuo attornia Viva la Paura, testo cantautorale attorniato da sonorità molto morbide. In nome della speranza: “Siamo qui e siamo vivi/e non importa se non ci hanno capiti”. Coro gospel a distesa per celebrare una sorta di liberazione.
Più appuntita Mondiali FDC, che anzi accoglie ritmi dance, con un cantato impetuoso e continuo, con qualche riferimento calciofilo qui e là.
Qualche pensiero e indizi di intimità in Uniti, title track che comunque rimane movimentata e anche ricca di una certa tensione positiva. Molto tempestoso il percorso di Il tuo animale preferito, che racconta, con cori, chitarra e molto drumming, di una relazione contrastata.
C’è un’atmosfera molto spirituale nell’introduzione di Punto e virgola, che mette in evidenza soprattutto la vocalità, in un brano che viaggia molto, sia nei suoni sia nelle immagini evocate dal testo.
Pianoforte e batteria arricchiscono l’apertura di Centomilascuse, prima che si esplorino sensazioni diverse, in una canzone in grado di cambiare scenari in corsa. Pop arrembante quello di Stendhal, tra sindromi e la glorificazione della propria emozionante storia d’amore.
Un po’ più contrastata Buio, che mostra lati oscuri ma parla molto anche di luce. Corsa media quella che si intraprende con Tutto quello che non serve, prima che Il temporale, unica vera ballad del disco (con qualche memoria dei Canova), chiuda il lavoro.
Sensazioni di buon pop accompagnano tutte le canzoni del disco dei Loren, a prescindere dal genere da cui attingono in modo contingente. Tutto al posto giusto in un album sicuramente dal buon sapore.