Fuori su tutte le piattaforme digitali il primo disco di Loucani dal titolo omonimo, un lavoro autoprodotto in quattro anni di elaborazione sonora e testuale, condensato nella forma di un concept album anni Settanta. Dieci tracce prive di un concetto fondante che si appropriano dell’ambiente in cui la gestazione è avvenuta. Una ricerca di senso per tentativi: riletture personali permeate da geografie, culture e concezioni altre.
Loucani traccia per traccia
Piccoli giri di chitarra e una tromba a dialogare per l’Intro del disco, che lascia poi spazio a In solitaria: un’esplorazione di ciò che vale la pena di vivere in una giornata apparentemente inutile. Il fantasma di Paolo Conte veglia a distanza, mentre la voce si appoggia, e a volte si arrampica, su altri giri di chitarra.
Esplorazione semitropicale quella di Amarlamara, che racconta qualche contrasto: la sei corde in questo caso si fa un po’ più insistente e quasi contundente. Sapori jazzati fanno da sfondo a un brano particolarmente mutevole.
Si sfora nel tribale con Danza, che ha percussioni ritmate e canti d’Africa in background. Il cantato è sostanzialmente un recitato, ad approfondire concetti ancestrali. Prima di lasciare spazio finale a battiti furibondi.
Interlude parte con una vibrazioni e riprende concetti sonori dell’Intro, lasciando a propria volta spazio a Mille piani, che si muove con scioltezza su dinamiche che scivolano una sull’altra. C’è sempre un sapore di jazz che si avverte qui e là, senza prendere però mai veramente il comando del brano.
Sa di cantautorato internazionale per esempio Neve, soprattutto nei suoni della chitarra, mentre il cantato rimane sui propri percorsi, fitti e quasi declamati. Viaggia in profondità, dialogando con una voce femminile, Aquiloni: si parla con un bambino, che probabilmente è il se stesso di qualche anno fa.
Molto ritmata Polveri, che racconta una guerra non recente in modo vintage e piuttosto romantico. Outro chiude tutto, con un ultimo strumentale piuttosto notturno e malinconico.
Lavoro ricco e intenso quello di Loucani, che si presenta con un album di livello alto, capace di qualche sorpresa ma soprattutto di gestire la propria creatività con intelligenza e consapevolezza.