Martino Adriani, “E’ in arrivo la tempesta”: la recensione

martino adriani

E’ in arrivo la tempesta è il secondo disco di Martino Adriani. Cantautore, nato in Svizzera e cresciuto in Cilento (Salerno), classe 1987. Poco più che adolescente, intraprende la sua avventura musicale dando vita a svariate band ed esibendosi nei locali in provincia. Nel 2012 inizia a lavorare al suo progetto solista, ed incide l’ep Non date retta a me, prodotto da Daniele Brenca (Eugenio Bennato, Raiz, Pietra Monecorvino).

Ne segue il Non date retta al tour, che lo porterà a una fervida attività Live, e finalmente oltre i confini della provincia salernitana. Apre i concerti ai Marlene Kuntz, ai Nobraino, a Francesco di Bella.  Nel 2014 fa da spalla a Cristiano Godano (leader dei già citati Marlene Kuntz) in occasione dello show-case Parole e musica, per diverse date su e giù per l’Italia.

Esce a luglio del 2016 il singolo Non vedo l’ora, che anticipa il suo primo album Agrodolce. La campagna lanciata con Musicraiser a marzo del 2018 per la realizzazione del nuovo disco ha raggiunto e superato l’obbiettivo prefisso, concludendosi con successo.

Martino Adriani traccia per traccia

Si parte da Ariel, primo singolo elettrico e vivido, ma anche con qualche fondo cantautorale e malinconico, tra immagini poetiche e orizzonti lontani.

Lulù rallenta subito i ritmi, si veste da ballad, con molta melodia e movimenti da risacca, persa fra le nostalgie coltivate sia dalla chitarra sia dal pianoforte.

Messe da parte le tristezze di Lulù, è tempo di riprendere vigore con Sorriso, una canzone “contro”, principalmente contro un tizio che insidia (o possiede) la donna desiderata.

Una chitarra piuttosto pittorica apre Demoni, che ha tempi rallentati e richiede abbracci. Si parla di amori finiti anche in Bottiglie di Chianti, acustica e molto dolce.

Psichedelia e qualche memoria di Tomorrow Never Knows, insieme a qualche riferimento d’Oriente, emergono da Per mezz’ora del tuo sguardo.

Paolo Conte nello stereo prova a giocare con le parole tronche e con qualche accordo di pianoforte.

Tamburi roboanti aprono Paranoic village, altro episodio dalle caratteristiche psichedeliche e di buon rock leggermente vintage. Il disco chiude morbido, con Il mio mondo, riflessiva e leggermente elettrica.

Martino Adriani riesce a proporre canzoni ricche di differenze e contrasti, con sonorità a volte semplici, a volte più complesse, ottenendo un disco molto vario e ricco di intensità.

Genere: cantautore

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