The Right Place on the Wrong Map è il nuovo album di Massimo Discepoli, che esce domani, 8 gennaio 2019, a distanza di quattro anni dal precedente Parallax.
In queste sette tracce il batterista e compositore italiano continua il suo percorso di sperimentazione e ricerca fra i suoni elettronici e il puro suono acustico della batteria, con suggestioni che vanno dal post-rock all’ambient, dall’improvvisazione jazzistica al minimalismo, sempre con la volontà di raccontare delle “storie astratte”, caratterizzate da atmosfere che oscillano continuamente tra la luce e il buio, allo stesso tempo trasportando l’ascoltatore in paesaggi immaginari ma di grande suggestione.
Massimo Discepoli traccia per traccia
L’apertura è affidata a Once in a Minute, breve suite che si apre con una scala ripetuta e che poi accoglie i battiti leggermente nervosi, finendo per fremere d’ansia.
Anche Thin Border inizia con una sorta di loop, con i fremiti della batteria che crescono piano piano. Graduale anche la crescita di The Right Place on the Wrong Map, la title track, che inizia pianissimo accompagnando una crescita sonora che si manifesta all’orizzonte.
Dopo la lunga suite precedente è il caso di prendersi del tempo per pensare, magari con l’accompagnamento del pianoforte, ed è quello che succede in Phase transition.
Water sequences lascia intuire movimenti, soprattutto del drumming, molto nervosi e irregolari. Maggior pace la si trova in Both sides of the line, che però si fa molto inquieta lungo il percorso, finendo per alimentare sequenze quasi da incubo.
Si chiude con Shapes, alimentata da risonanze in crescita e da battiti piuttosto tribali.
Un disco ricco di sensazioni e di vibrazioni, quello di Massimo Discepoli, che riesce a conferire nerbo anche alle composizioni più morbide, ottenendo un’ottima mescolanza di sonorità.