Melancholia, Fortezza di Priamar @ Goa-Boa 2021: il report

Difficile immaginare due scenari e due concerti più diversi fra quelli che ha proposto negli ultimi due giorni il Goa-Boa 2021: il festival genovese (anzi, ligure, visto che stasera siamo a Savona) ha ballato in riva al mare con i rituali latini di Manu Chao ieri sera, mentre oggi la Fortezza del Priamar ospita i Melancholia, sorpresa di grande impatto dell’ultimo X Factor, con le loro influenze internazionali, il loro rock intinto nell’elettronica e figlio del crossover, e soprattutto con la performance trascinante di Benedetta, frontgirl inafferrabile e inarrestabile.
Anche visivamente l’impatto della serata è differente: se ieri le navi partivano alle spalle di Manu per solcare il Mediterraneo, l’ambiente della Fortezza è invece chiuso, adatto alle trame shakespeariane (tipo quelle che hanno estromesso il terzetto dal talent show di Sky. Ok, forse un po’ meno). Lo spettacolo è aperto da Sethu e dalla sua crew, giovanissime glorie locali dedite a un hip hop che sconfina nello screamo.
Poi salgono sul palco i protagonisti della serata: prima i due silenziosi e quasi statici compagni d’avventura strumentisti, poi con entrata d’effetto, e di bianco vestita, Benedetta, che da lì in avanti catalizzerà tutta l’attenzione su di sé.
Lo show è incentrato su What Are You Afraid Of?, disco della band uscito nel 2020 e figlio diretto della partecipazione a X Factor 2020. La risposta alla domanda posta dal titolo (“di che cosa hai paura?”) è “Niente”, almeno a giudicare dalle evoluzioni della cantante, che fin dall’inizio salta, scende dal palco fra il pubblico e fornisce tutto il pathos che serve a un pubblico numeroso e molto entusiasta.
Le qualità interpretative emergono alla grande soprattutto sui pezzi lenti e più intensi. Non a caso il picco massimo di emozione si raggiunge su una sentitissima Alone, che spezza cuori e che porta voce e teatralità ai livelli massimi.
Peraltro le sferzate di energia arrivano sempre fortissime: arriva il tuono, con la potente Grounds, cover degli Idles già affrontata in tv con passione e spirito. La scaletta è breve e rapida, per forza di cose, perché la band è giovane e non ha un repertorio vastissimo. Ma c’è spazio anche per qualche improvvisazione e un po’ di free style.
Non si può non essere conquistati dal magnetismo di Benedetta, che però apre anche qualche interrogativo: quanto è realisticamente lontana una carriera da solista per la ragazza? Peraltro, saranno affari interni dei Melancholia, eventualmente: al momento la gente si gode con entusiasmo la ventata che arriva dal palco. E ogni tanto, come detto, anche giù dal palco, dal momento che Benedetta solca la folla adorante quattro o cinque volte durante la serata, approfittando del fatto che la platea savonese è entusiasta ma molto ordinata e non si assembra.
Si viaggia verso il finale del concerto, ma sono apparse anche la danzante Venom, il recentissimo singolo Medicine e soprattutto Leon, inno e canzone di sfondamento, anche in classifica, per il trio. C’è da rimpolpare un po’ il repertorio (ma giustamente si sono tenuti bassi con il numero di cover per evitare l’effetto tribute band), ci sono da mettere a posto alcuni dettagli e non ci dispiacerebbe ascoltarli cantare in italiano. Tuttavia la strada dei Melancholia è tracciata: tutti in fila dietro Benedetta, a caccia di soddisfazioni sofferte ma importanti.




































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