montag: “Open Access” è il nuovo video

Open Access (La Tempesta Dischi) è il singolo che segna il ritorno solista di montag, artista già noto non soltanto per via del suo capitanare la band Giallorenzo, ma per il suo essere parte di quel sottobosco musicale che anima ed elettrizza la scena underground-indie italiana, diventandone negli anni una personalità di riferimento.
Il suo primo singolo ufficiale risale al 2017 e, dopo un ep e una manciata di inediti, ha deciso di mettere in pausa il suo progetto, dedicandosi soprattutto ai Giallorenzo. Oggi ha scelto di riprendere i fili del discorso per raccontarci il suo nuovo viaggio da solista, partendo proprio da Open Access, primo singolo del suo primo album ufficiale, prodotto da Fight Pausa e suonato da Generic Animal.
Open Access rappresenta una dedica. Il singolo, infatti, è dedicato ad Aleksandra Elbakyan e Aaron Swartz. Aleksandra ha fondato Sci-Hub (portale per accedere gratuitamente a paper scientifici) e vive in semi-latitanza per via di indagini internazionali. Mentre Aaron è stato un programmatore e uno dei più grandi attivisti per la libertà di Internet, morto suicida dieci anni fa, anch’egli oggetto di indagini, processi, repressione.
Swartz scrisse nel 2008, nel paesino di Eremo, in Italia, il “Guerrilla Open Access Manifesto”, a cui si rifà il titolo di questa canzone. Da questa breve introduzione, si apre la prima finestra virtuale verso il concept dell’intero lavoro in studio di montag, che culminerà con la pubblicazione dell’album: si parla di scambio di informazioni, in senso pratico e spirituale. Idea accennata nell’immagine-simbolo del traliccio, fil rouge visivo che accompagnerà tutto il progetto, diventando una (non)presenza, una Torre di Babele dell’era digitale.
Per quanto riguarda Open Access, si tratta di un brano essenzialmente cantautorale, ma con una spiccata attitudine alternative rock della vecchia scuola statunitense degli anni Zero, con una vena vagamente shoegaze. Il ritmo è incalzante e le chitarre di Generic Animal sono le protagoniste, come vuole il copione del genere, ma una sottile melodia malinconica vi toccherà corde che forse avevate dimenticato di avere, rendendo il brano tanto orecchiabile quanto toccante.
È su questa cornice che si sviluppa il testo del brano, che cerca di entrare nella prospettiva delle personalità sopracitate: Open Access, infatti, immagina una persona in fuga, che trova attorno a sé uno spazio minaccioso, infido, finché, nell’allontanarsi dalla grande città e nel vedere rarefarsi i segni dell’antropizzazione, può tirare una specie di respiro di sollievo.