I Neventies, rock’n’roll band attiva dal 2019 e formata dallo svedese Lars Cullin (chitarra e voce) e dagli italiani Michelangelo Zampolli, Luigi Castrovilli e Marco Ronconi, pubblicano il proprio esordio omonimo. Il loro è un rock’n’roll sporco, sensuale e diretto, che si ispira a mostri sacri del calibro di Rolling Stones, David Bowie e Hank Williams ma senza disdegnare incursioni contemporanee nei territori di super band come Arctic Monkeys, Libertines, Black Keys e Cage The Elephant.
Il disco è stato registrato al Chameleon Studios di Amburgo assieme al noto produttore Eike Freese, che ha collaborato in questi anni con pesi massimi del calibro di Deep Purple, Alice Cooper e Stewart Copeland.
Neventies traccia per traccia
Con un mood particolarmente brit e anche piuttosto debosciato, Come on down apre il disco, su sonorità di rock oscuro, prima morbido e poi crescente.
Piuttosto diretta nel messaggio, Fuck Off prosegue il discorso alzando un po’ i toni ma non troppo i ritmi. Le sonorità sono rock’n’roll senza molti compromessi, con la chitarra libera di svariare a piacimento.
Si va sull’acustico nell’intro di I’m Not the One, che si colora di blues e fa riferimento a cardini sonori piuttosto vintage ma anche molto solidi.
Corre abbastanza, ma sempre con un umore scanzonato, Go to LA, che recupera tutta l’elettricità e la scarica con generosità, rendendo anche più reali i paragoni con lo stile dei Black Keys.
Mr. Have You Seen Your Miss? si fa un po’ più beffarda, sempre flirtando con il blues. L’assolo di chitarra instilla un po’ di malinconia nel brano, giustificando una chiusa in minore.
Al contrario, viaggia bella pompata Eating Pills, salvo rallentare e oscillare forte in qualche tratto. Si torna alla chitarra acustica per Love To Me, ballata dai colori scuri che viaggia tra Dylan e gli Stones, con qualche ricciolo elettrico qui e là.
Rock’n’Rolla fornisce qualche pizzico di ironia a un brano mezzo ubriaco e con una buona linea di basso, che si trasforma in corsa. Pezzo a media velocità, ecco poi You Might Say, con una chitarra piuttosto insistente.
Chiusura piuttosto importante e quasi epica con Out of Control, che si apre con rulli di tamburi e prosegue a tutta birra sulle ali di una chitarra molto d’impatto.
Amare il rock e non vergognarsene mai: i Neventies suonano brutalmente vintage, ma fanno di questa caratteristica una forza. La creatività della band prende i canali interni e si occupa di rivestire con suoni anni ’70 idee nuove. Il risultato è più che credibile e ottimamente eseguito.