Dopo aver pubblicato i primi due singoli Mattino e Albero, Nicola Lombardo esce con Bosco, il nuovo album. Il disco è un viaggio nella fase della post adolescenza attraverso undici tracce a metà strada fra indie e synth-pop, scritti e composti dallo stesso Nicola.
Bosco unisce le le sonorità synth-pop a testi che hanno come scuola i cantautori. Il concept del disco è legato alla post-adolescenza: l’album la percorre attraverso diverse tematiche: precarietà, amore per sé stessi, situazioni sentimentali (nel suo caso a tinte arcobaleno), consapevolezza di sé.
Nicola Lombardo traccia per traccia
Parametri già piuttosto chiari con Mattino, breve brano di pop un po’ malinconico, colorati dai synth ma con la voce che emerge chiaramente.
Soffusa e morbida, ecco poi La Danza dei Passi Falsi, ma poi i ritmi si alzano e l’atmosfera si fa piuttosto sognante.
La title track Bosco, con la partecipazione di Marlò, flirta con l’hip hop, anche per tipologia di atmosfere.
Più determinata la ritmica di Albero, con un synth piuttosto indie e la voce che viaggia in modo sciolto.
Un po’ di ritmi dance arrivano fino a Mood, con l’autotune alla voce e le impressioni cantautorali che si allontanano un po’.
Ipocondria e problemi di sguardo alimentano Post, con battiti regolari e volumi che viaggiano verso l’alto. Ritmi tremolanti ma rumorosi in Friendzone, che descrive nei dettagli la situazione introdotta dal titolo.
La Rabbia che arriva poi non è particolarmente ruvida, anzi scivola in modo tranquillo, anche se la seconda parte si arriccia e si addensa.
Mesta e lenta Inghilterra (che ha argomenti non troppo dissimili da quelli de La musica italiana di Giorgio Poi e Calcutta), con molta maliconia che filtra attraverso il synth.
Lettera vuole segnare confini e smarcamenti. Si chiude con Eroe, altro pezzo ritmato e risentito.
Linguaggio pop ed episodi di vita corrente popolano l’album di Nicola Lombardo, che riesce a muoversi agilmente tra sonorità indie, inserendo qualche influenza electro per un risultato indubbiamente molto vivace.